Agilità, flessibilità ed efficienza: la nuova IT è servita
La promessa questa volta è mantenuta: il cloud computing sta realmente cambiando il modo di gestire l’IT da parte delle aziende. Le nuove sfide e soprattutto la disponibilità di tecnologie abilitanti rendono sempre più attuale l’adozione dei paradigmi cloud: mai come ora i vantaggi promessi chiave di trasformazione di business sono davvero a portata di mano, grazie al fatto che le soluzioni, le best practice e la governance hanno raggiunto un notevole livello di maturità. Ma occorre che nel percorso verso il cloud l’azienda sia guidata da un partner che conosca a fondo sia le esigenze specifiche sia le tecnologie. Per IBM, il cloud computing costituisce una naturale evoluzione del percorso cominciato all’inizio di questo millennio con l’on demand business, ed è per questo che viene a ben diritto indicata da più parti come l’interlocutore più autorevole per tutte le aziende che intraprendono il viaggio verso il cloud.
Una chiave per il cloud: la standardizzazione
“La trasformazione verso il cloud prevede un percorso di razionalizzazione che consente di ridurre le spese IT, gestire la complessità e ottimizzare l’intera infrastruttura aziendale”, esordisce Giovanni Boniardi, Private Cloud Solutions Sales Specialist di IBM Italia. “Oggi, il vero nodo da sciogliere per le aziende è quello della standardizzazione delle tecnologie impiegate: sono molti i responsabili IT che si trovano a vivere quotidianamente una eccessiva complessità di gestione, derivante dalla vera e propria babele di configurazioni e di soluzioni, conseguenti sia alle scelte tecnologiche stratificatesi nel tempo, sia ai processi di fusione e acquisizione che hanno caratterizzato settori di business importanti come le banche, le assicurazioni, le telecomunicazioni oppure l’ambito delle utilities. Tutti questi settori possono trarre grandi vantaggi dalla standardizzazione delle applicazioni, che costituisce uno dei passi chiave del percorso verso il cloud: è evidente che rimuovendo le disomogeneità e le complessità esistenti, l’azienda sarà in grado di guadagnare in efficienza, attraverso l’automazione, e risparmiare nei costi”.
L’IT da erogatore a orchestratore di servizi
Il punto di arrivo è infatti quello del Cloud Enabled Data Center, nel quale la struttura dati del cliente viene organizzata in ottica cloud attraverso step quali il consolidamento, la virtualizzazione, la standardizzazione e automazione dei sistemi, fino al raggiungimento di un modello per l’erogazione di IT-as-a-Service che può anche comprendere il livello infrastrutturale (IaaS – Infrastructure as a Service), fino al livello applicativo (PaaS- Platform as a Service, SaaS – Software as a Service) per ambienti di sviluppo, test ed esercizio.
“Realizzando un cloud privato, le risorse IT potranno quindi essere riunite sotto un’unica infrastruttura unificante e messe a disposizione dei diversi business interni tramite un set di procedure automatiche che fluidificano i servizi”, prosegue Boniardi. “Grazie alla standardizzazione e all’automazione, gli utenti interni potranno avere a disposizione una sorta di catalogo dei diversi servizi che l’IT si impegna a offrire in tempi rapidi, perché è evidente che se la funzione IT ha messo in ordine al proprio interno grazie al cloud, sarà anche in grado di svolgere i propri compiti in tempi rapidi e con la massima efficacia”.
Su questi temi IBM lancia una interessante iniziativa:
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in ambito cloud, dallo sviluppo alla sicurezza.
Non perdere i primi 3 appuntamenti:
20 settembre – Cloud Privato;
27 settembre – Cloud Pubblico;
4 ottobre – Cloud Ibrido.