IBM, la business continuity si evolve

La quinta edizione dell’evento Business Continuity Summit 2013, organizzato con IDC, fa il punto sulle strategie per gestire le situazioni di crisi e proteggere la reputazione aziendale

Ci ha pensato Eva D’Onofrio, vice president Global Technology Services di IBM Italia, a entrare nel vivo degli argomenti dibattuti all’edizione 2013 del Business Continuity Summit organizzato da IBM in collaborazione con IDC, e svoltosi a inizio aprile in contemporanea a Segrate e a Roma, con una nutrita partecipazione di un uditorio particolarmente attento. “Oggi si sta sviluppando una nuova era della tecnologia che nasce dalla confluenza di modelli che si rafforzano vicendevolmente, cioè il mobile, i big data, i social media – ha esordito Eva D’Onofrio -. Questa confluenza, che è stata definita da IDC come ‘terza piattaforma’, è stata oggetto di particolare attenzione nello studio IBM Global Technolgy Outlook, che come di consueto ha coinvolto gli oltre 3.000 ricercatori IBM per studiare le tendenze future che influenzeranno le nostre tecnologie”. Tra i trend emersi più chiaramente, è ormai assodato che le aziende si configureranno come imprese “sempre più diffuse fuori dai propri confini fisici, e che i risultati di business dipenderanno ancora di più dall’estrazione di valore dalle informazioni – ha aggiunto Eva D’Onofrio -, ma soprattutto i processi coinvolgeranno talmente tanti attori distribuiti che non sarà possibile fare a meno della resilienza dei sistemi informativi, che va vissuta sempre più come una priorità di business, e che alla luce di queste tendenze va considerata ormai come una funzione di core business”.

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Resilienza in primo piano

Non a caso, IDC ha sottolineato come nel 2012 il numero di applicazioni e il volume di dati considerati “mission critical” dalle aziende abbiano raggiunto il loro massimo storico, portando le organizzazioni a essere ormai del tutto dipendenti dalle risorse IT. Proprio per questo, la business continuity, volta a garantire l’operatività e i servizi IT anche in situazioni di emergenza, è sempre più tra le priorità dei CIO e del top management. E in effetti, il valore complessivo a livello mondiale del mercato della business continuity ha raggiunto, sempre secondo IDC, i 29,6 miliardi di dollari nel 2012, di cui circa il 70% rappresentato da infrastrutture hardware, il 17% da soluzioni software e il 13% da servizi. Ma non solo: questo valore complessivo è destinato a crescere almeno fino a 31,7 miliardi di dollari entro il 2015.

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A questi dati, già di per sé significativi, fa da contraltare una recente ricerca condotta dall’Economist Intelligence Unit per conto di IBM, che evidenzia come sicurezza e business continuity siano decisive oltre che per la stessa sopravvivenza delle aziende, anche per la loro reputazione. Gli oltre 400 manager intervistati a livello mondiale, appartenenti a diversi settori di business, hanno identificato come rischi maggiori il furto di dati (66%), le interruzioni operative (44%) e la perdita di informazioni (37%): minacce che aumentano parallelamente al crescere dell’utilizzo del cloud, dei dispositivi mobili e dei social media. Proprio per proteggere il business e la reputazione aziendale, è oggi sempre più necessario un approccio strategico, integrato, proattivo ed esteso all’intero ecosistema aziendale. Proprio quello che è stato sviluppato da Richard Cocchiara, chief technology officer di IBM USA, che ha evidenziato che, alla luce della sempre crescente strategicità dei sistemi IT, questi “semplicemente non possono interrompersi mai, come è dimostrato dal fatto che gli indicatori RTO, recovery time objective, e RPO, recovery point objective, oggi siano tendenti a zero”, concludendo con l’osservazione che oggi la funzione IBM dedicata alla business continuity, nata nel lontano 1989 come semplice disaster recovery, è oggi denominata “business continuity e resiliency services”, proprio a voler sottolineare il fatto che oggi l’obiettivo è quello di affrontare i rischi IT in maniera intelligente e olistica, con un ricco set di servizi che poggia anche sull’offerta IBM SmartCloud.