I Garanti della privacy europei contro Google

Ventisette Autorità continentali per la difesa dei dati personali sono pronte ad attuare “azioni repressive” contro Google

Non bastavano le accuse di Microsoft relative alla sezione shopping e la privacy su Gmail, ora anche 27 Garanti della privacy europei di altrettanti Paesi Ue hanno deciso di promuovere “azione repressive” nei confronti di Google, rea di non aver cambiato le proprie policy in materia di tutela dei dati degli utenti, come nel caso di Google Maps dopo il suo ritorno su iOS.

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“Google non rispetta gli accordi”

Il Cnil, autorità francese che aveva il compito di analizzare le politiche sulla privacy di Big G, ha inviato una nota in cui dichiara la decisione di prendere prima di quest’estate seri provvedimenti, con il supporto di altre 26 organizzazioni Ue, contro Google, che si sta preparando ad aprire i suoi store monomarca. “Al termine del periodo accordato a Google per mettersi in regola con le raccomandazioni – si legge nel comunicato – dalla società non è giunta alcuna risposta”.

“La nostra politica di riservatezza – ha dichiarato a France Presse, un portavoce di Mountain View – rispetta la legge europea e ci consente di offrire servizi più semplici e più efficaci. Siamo pienamente impegnati negli scambi con il Cnil e continueremo a collaborare”.

Le altre accuse mosse a Google

In Europa Google ha incontrato l’ostilità sia degli editori che dei Governi. I primi accusavano Big G di lucrare sui loro articoli visibili sul proprio motore di ricerca e i secondi, compresa l’Italia, invece affermano che il colosso del web non ha pagato le dovute tasse. Google ha risolto le proprie divergenze con gli editori francesi e belgi mentre non ha trovato un accordo con quelli tedeschi.

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Inoltre, molti accusano Google di combattere solo formalmente la censura in Cina e Corea del Nord, salvo poi eliminare su pressione di Pechino il sistema che segnala un contenuto eliminato sul proprio motore di ricerca.