The Guardian: con Riot il Governo ti spia sui social network

Il quotidiano The Guardian lancia l’allarme: con Riot i Governi possono sapere tutto di noi analizzando i dati contenuti nei social network

Prima del The Guardian erano stati Google e Twitter ad affermare l’aumentato interesse per i dati personali degli utenti in Rete. Il quotidiano britannico ha anche scoperto che attraverso il progetto Riot, portato avanti dall’azienda americana nel settore delle difesa Raytheon, lo Stato è in grado di scandagliare i social network e spiare le nostre attività in Rete.

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“Un Google delle spie”

Il The Guardian ha definito Riot, acronimo di Rapid Information Overlay Technology, un “Google per spie”. Il progetto iniziato nel 2010 consiste in un motore di ricerca “ad ampissima scala” in grado di analizzare i Big Data dei principali social network per tracciare i movimenti e prevedere future azioni delle persone. Il software è in grado di estrapolare, ad esempio, dove è stata scattata una foto inserita su Facebook o Twitter. Inoltre, è in grado di incrociare i dati di persone appartenenti allo stesso gruppo sociale in modo da prevedere quali saranno le azioni di più individui contemporaneamente.

Ginger McCall, avvocato presso l’Electronic Privacy Information Centre di Washington, ha dichiarato: “I social network sono spesso poco trasparenti sulle informazioni in essi contenuti e su come siano esposte. Gli utenti vi inseriscono informazioni che credono possano essere viste solo dagli amici ma, invece, sono viste dalle Autorità o messe a disposizione di database come quelli di Riot”.

Non solo social

Anche Google è stato accusato in due occasioni di sfruttare senza permesso i dati degli utenti a scopo commerciale. Un tribunale ha costretto Big G a pagare una multa di 22,5 milioni di dollari per aver spiato gli utenti tramite Safari mentre Microsoft ha accusato Gmail di essere poco sicuro per la privacy.

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