Google Reader se ne va e i fan protestano

Per chiedere a Google di ritornare sui suoi passi sono nate almeno 7 petizioni online un hashtag su Twitter. E’ in particolarità sui social che si è scatenata l’incredulità degli utilizzatori di feed che ora cercano una alternativa al servizio di Big G

Da Luglio Google Reader sparirà. “E ora come facciamo?”, si chiedono numerosi utenti che utilizzavano quotidianamente i feed. Sul web sono nate almeno 7 petizioni online per fermare la chiusura del sito di raccolta di news. Sei di queste sono pubblicate su Change.org. “Non spegnete Google Reader” ha generato oltre 350.000 pagine viste, diventando la campagna più attiva e più vista su sito negli ultimi due giorni. Un’altra lettera aperta la si può invece leggere sul sito della Casa Bianca. Anche sui social si è scatenata la polemica. Su Twitter l’hashtag #savegooglereader ha raccolto centinaia di post e su Facebook sono nate numerose pagine che invitano Google a ritornare sui suoi passi.

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Anche le aziende si mobilitano

La decisione di puntare tutto su Google Plus non è piaciuta neanche alle aziende, che ora cercano delle alternative. Digg sta cercando di creare una piattaforma di raccolta di news feed con il supporto dei netizens: “Speriamo di identificare e ricostruire le migliori tra le feature di Google Reader, comprese le sue API – si legge in un comunicato rilasciato dal sito di social bookmarking – ma anche di renderle più avanzate per adattarle alla Rete di oggi, dove reti e comunità come Facebook, Twitter, Tumblr, Reddit e Hacker News offrono potenti ma spesso schiaccianti segnali per ciò che risulta interessante agli utenti”. Zite sta cercando di rendersi indipendendente dal servizio di Google.

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Come faranno gli iraniani senza Reader?

Un utente iraniano si è chiesto “Mio Dio, Google chiuderà il suo reader? È una delle poche soluzioni a nostra disposizione per accedere ai blog, alle informazioni nella Rete filtrata iraniana”. La chiusura del servizio di Google non è quindi solo un problema di feed ma anche di libertà in Rete. Alla luce di tutte queste iniziative di difesa per Reader, chissà se Google raccoglierà l’appello dei propri utenti.