Google, qui ci casca l’asino

Big G era stato accusato di aver investito e ucciso con una Google Car  un asino in Botswana. L’animale è invece vivo e vegeto, stava solo facendo un “bagno di sabbia”

Qualche giorno fa è apparsa in Rete la foto di un asino steso a terra, apparentemente morto, ripresa da una delle fotocamere di una Google Car, di cui si diceva ne fosse stato rubato un esemplare a Bari, per il servizio Street View, che permette di viaggiare dai fondali marini alle montagne innevate. Immediatamente i netizen maliziosi hanno pensato che l’automobile avesse investito l’animale uccidendolo, ma non è andata proprio così.

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Un bagno di sabbia

La foto incriminata è stata scatatta in Botswana dove la Google Car stava mappando la regione del  Kweneng. Per fugare ogni dubbio sull’omicidio dell’animale, Google, che ha investito 200 milioni di dollari nell’eolico, ha pubblicato sul suo blog una secca smentita dell’accaduto, dove affermano che non solo i suoi dipendenti non c’entrano nulla con l’”asinicidio” ma anzi sottolineano come l’animale sia vivo e vegeto. L’asino era sì sdraiato a terra ma non certo perché in fin di vita. L’equino è stato ritratto mentre praticava un “bagno di sabbia” per eliminare i parassiti. L’animale accortosi dell’arrivo dell’automobile si sarebbe alzato e spostato fuori dalla carreggiata in totale sicurezza.

“Sono felice di confermare che l’asino è vivo e vegeto” – ha scritto il product manager Kei Kawai – “La nostra squadra tiene in seria considerazione la sicurezza di persone e asini”. Per quanto riguarda la sicurezza delle persone è sicuramente vero, se invece parliamo della loro libertà di espressione forse Google non è altrettanto attenta.

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