Google Italia paga poche tasse? “E’ la legge, se non va bene cambiatela”

Il Fisco italiano accusa Google di pagare pochissime tasse rispetto ai ricavi. Big G risponde: “la Legge ce lo permette se non va bene cambiatela”

Tutti i grandi player dell’IT sono sotto attacco da parte del Fisco europeo. Diversi Paesi dell’Unione accusano Apple, Amazon e Google di frodare l’erario stabilendo le proprie sedi fiscali in Stati dove la tassazione è minore, in particolare l’Irlanda. Ora l’Agenzia dell’Entrate, che ha introdotto il software Sid per il controllo dei conti bancari, chiede a Mountain View di pagare le dovute tasse. Big G ha risposto che il suo comportamento è perfettamente legittimo.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La richiesta del Fisco

Nel 2012 Google Italia ha ottenuto ricavi di 52 milioni di euro e un utile di 2,5 milione. Big G ha però versato al Fisco tasse per solo 1,8 milioni di euro. Già in precedenza l’Agenzia delle Entrate aveva preteso da Mountain View un contributo molto più sostanzioso, circa 96 milioni di euro di IVA arretrata, ma ora la richiesta è arrivata con più fermezza.

Google: “Niente di illegale, se non va bene cambiate la legge”

La risposta di Google non si è fatta attendere. Big G ha sottolineato che il sistema da lui adottato è perfettamente legale. Al massimo spetta ai Governi cambiare le leggi se queste non sono adeguate. “La realtà dei fatti è che la maggior parte dei governi usa gli incentivi fiscali per attrarre investimenti stranieri e ciò crea posti di lavoro e crescita economica.”- spiegano da Mountain View –  “È una delle ragione per cui Google ha stabilito la propria sede europea in Irlanda. Se ai politici non piacciono queste leggi, hanno il potere di cambiarle”.

Leggi anche:  Il 2024 secondo Allied Telesis: non solo intelligenza artificiale

In precedenza, lo stesso CEO di Google Eric Schmidt era intervenuto sulla questione affermando: “noi non cumuliamo soldi nei paradisi fiscali! Ci muoviamo nel sistema fiscale europeo. Paesi diversi nella Ue hanno aliquote diverse, non sta a me giudicare se sia un bene o un male, ma non mi stupisce che ciò porti a fenomeni simili”.