I federali inserivano annunci e banner “pilotati” per avere accesso ai dati di alcuni obiettivi. Ecco come
C’hanno sempre raccontato che i cookie abilitati sul web servivano per offrirci un servizio migliore. In maniera molto semplice funziona così: accetto che il browser raccolga i miei cookie, vado su un sito di e-commerce e da quel momento un sacco di portali dove abitualmente vedevo pubblicità diverse cominciano ad offrirmi quello che ho cercato sul sito di acquisti online. Non è magia e nemmeno premonizione: sono “solo” i cookie, così piccoli e così importanti.
Cosa viene tracciato
Talmente importanti che anche la NSA, agenzia di sicurezza statunitense, aveva imparato a raccoglierli, in maniera quasi legale. Pare infatti, secondo le ultime rivelazioni del Washington Post, che gli esperti informatici della NSA inserissero direttamente pubblicità online oppure chiedessero alle aziende controllate, abilitate a pubblicare “ads”, ad agire per conto loro e avere poi i dati di accesso e utilizzo degli utenti.
I preferiti
C’è da dire che i cookie di Google chiamati PREF (preference), possono essere utilizzati per tracciare le abitudini di navigazione degli utenti come la posizione da cui ci si connette, le impostazioni del browser e dei motori di ricerca e le pagine visitate. Restano fuori le informazioni più personali come il nome degli utenti e il loro indirizzo email. Ma a quel punto non serve più.