Google ha risposto alle più grandi preoccupazioni che accompagnano la distribuzione di massa dei Google Glass. Il punto più spinoso è ovviamente la privacy
Molti sono preoccupati che i Google Glass, che presto potranno dire all’utente cosa prova il proprio interlocutore, siano una enorme minaccia alla propria privacy. In attesa del loro lancio sul mercato, Mountain View ha difeso il proprio prodotto rispondendo alle preoccupazioni più comuni espresse dagli scettici dei Google Glass. Stranamente Big G non ha dato spiegazioni a chi accusa i suoi occhiali SMART di far venire l’emicrania.
I Glass e la visione del mondo
Innanzitutto Google afferma che i Glass non sono una distrazione dal mondo reale in quanto possono essere spenti in qualsiasi momento come ogni prodotto di elettronica. L’azienda guidata da Larry Page, che ha proposto di condividere in formato anonimo i dati clinici per lo sviluppo del settore medico, ha anche confermato che i Google Glass non impediscono la vista. Questo dichiarazione sarà sicuramente utile alla sviluppatrice Cecilia Abadie, che negli USA è stata multata per averli indosso alla guida.
Accesso vietato ai Google Glass
Gli occhiali SMART inoltre non sono in grado di registrare tutto poiché la durata massima dei video è di 10 secondi e la relativa funzione va di volta in volta attivata e autorizzata. Mountain View ha anche negato che i Glass Explorer sono solo per smanettoni. Big G ha infatti sottolineato che le persone scelte per testare il prodotto provengono da professoni molto eterogenee. I Google Glass non sono inoltre pronti a debuttare poiché la fase di sviluppo non si è ancora conclusa e ha dichiarato che il loro prezzo non è poi così proibitivo. Su questo punto saranno in molti a dissentire.
Google ha anche sfatato il mito che i Google Glass sono vietati ovunque. E’ vero che alcuni locali non li accettano, e i casi di Nick Starr e dell’uomo fermato dall’Fbi al cinema sono lì a dimostrarlo, ma ciò è dovuto a una scarsa conoscenza del prodotto.
Google Glass e la privacy
Infine, si arriva al punto cruciale: la privacy. Google ha ribadito che il riconoscimento facciale non sarà presente di default ma ha lasciato aperte le porte ai Glasswear di terze parti, anche se in realtà app di questo tipo esistono già. Big G ha comunque sottolineato che i software per il riconoscimento facciale dovranno essere installati e attivati volontariamente. Sul tema della privacy Google ha anche affermato che ogni nuova tecnologia ha scatenato preoccupazioni in tal senso, si pensi ad esempio alla fotocamera del telefonino. Quando gli occhiali SMART saranno diffusi nel mondo, promette Google, nessuno potrà dire che questi prodotti sono un pericolo per la privacy più di uno smartphone.