Il rapporto National Intelligence Estimatein rilasciato dall’Intelligence americana rivela che gli USA sono sotto attacco informatico da parte di hacker stranieri. La Cina è considerato l’avversario più aggressivo
Gli Stati Uniti sono diventati il bersaglio preferito degli hacker internazionali. Il rapporto classificato rilasciato dall’Intelligence americana e pubblicato sul Washington Post, National Intelligence Estimatein, rivela che gli USA sono sotto attacco informatico da parte di nazioni straniere intenzionate a spiare le aziende americane e molti enti governativi. Il nemico principale sembra essere la Cina, cosa sottolineata anche dal CEO di Google Erich Schmidt, seguita da Russia, Israele e Francia.
Obiettivo primario è lo spionaggio industriale
Il documento, che solitamente è secretato ma data la portata degli attacchi si è preferito renderlo pubblico, spiega come l’obiettivo principale degli attacchi sia lo spionaggio industriale. Solo recentemente sono stati colpiti il New York Times, il Wall Street Journal e Twitter. Gli autori sembrano essere in tutti e tre i casi hacker cinesi.
Anche le email dell’ex presidente George W. H. Bush sono state rese pubbliche ma in questo caso si tratta di un atto solo dimostrativo.
I campi di maggiore interesse per i pirati informatici sono energia, finanza, tecnologia informatica, aziende aerospaziali, automobilistiche e il settore militare. Il rapporto non quantifica il possibile danno all’economia USA, ma si stima che sia dell’ordine di decine di miliardi di dollari.
Obama sceglie la linea dura
L’amministrazione Obama ha deciso di rispondere con durezza agli attacchi. Il ministro della Difesa, Leon Panetta, ha aumentato da 900 a 4.900 i dipendenti del Cyber Command, centro che coordina l’attività delle Difesa sul Web. D’ora in poi gli Stati Uniti non baderanno solo a prevenire e scoveranno gli hacker dediti allo spionaggio. Sono state inoltrate anche delle lamentale formali all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) e sono stati limitati i movimenti al personale diplomatico e ai lavoratori stranieri che hanno accesso ai punti chiave della Rete americana.