Video intervista: The Facebook Hack

È di pochi giorni fa la notizia relativa all’attacco di Facebook , portato a buon fine, dello studente inglese  Glenn Mangham – che sul suo blog raccontaI was recently released from prison following a successful appeal against the severity of my sentence for the hacking of Facebook”.

Cosa spinge un hacker a provare a superare le barriere tecnologiche? Ce lo spiega  Emanuele Gentili  un giovanissimo ethical hacker che ha fatto diventare la sua passione un’azienda.

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Gentili aveva raccolto un invito lanciato da Facebook l’anno scorso: il social network chiedeva segnalazioni che aiutassero a migliorare le sue difese dagli attacchi su internet. E, in seguito, ha stabilito un compenso minimo di 500 dollari per ogni nota tecnica di rilievo ricevuta, versato su una carta di credito personalizzata dove, nella parte anteriore, è incisa la parola «white hat»: indica gli hacker etici per distinguerli da chi, ad esempio, compie azioni criminali per profitto individuale o della propria organizzazione («black hat»).

 

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