Accende una speranza l’apparizione pubblica di Mark Zuckerberg durante la quale il Ceo di Facebook ha dato notizia dell’attivazione di un nuovo sistema che dovrebbe garantire maggiore efficienza e risultati nel raggiungere l’audience di riferimento da parte degli investitori pubblicitari
Notizia che ha finalmente fatto risalire in modo tangibile il valore azionario del social network imprimendo un’accelerazione a una tendenza che si era andata manifestando già nel corso della settimana precedente, determinando così un aumento superiore al 15 per cento. Un primo segnale di incoraggiamento nei confronti di tutti gli investitori che hanno scommesso sulle performance di Facebook, ma che finora hanno avuto solo delusioni.
Puntare su Facebook, nell’immaginario collettivo, voleva dire garantirsi un sicuro guadagno dai proventi finanziari che avrebbero dovuto seguire il debutto a Wall Street. Ma per i profitti, si dovrà avere molta, molta pazienza. Prima occorrerà riassorbire la perdita che si è accumulata in questi 4 mesi. Il 18 maggio scorso Facebook veniva collocata a 38 dollari per azione e oggi – dopo avere toccato il mimino di 14 dollari il 4 settembre (equivalente a una perdita superiore al 60 percento) – ne vale 22. Forse il peggio è passato e, se veramente si crede che il business di Facebook possa realmente diventare un business sostenibile, le condizioni attuali creano i presupposti per un ritorno all’investimento e alla rivalutazione del prezzo originario.
D’altra parte vi sono analisti che ritengono che il calo sinora registrato sia un calo del tutto giustificato., in quanto la crescita di ricavi di Facebook segue ritmi non certo vertiginosi. Una cosa è infatti la popolarità del social network, altra cosa è la capacità di monetizzare la popolarità acquisita. Nel secondo trimestre del 2012 il fatturato della società è aumentato del 32%, rispetto all’analogo trimestre del 2012, in netto rallentamento rispetto +45 del primo trimestre e al +90% registrato in tutto il 2011. Un esempio che non corrisponde a quanto avvenuto con Google, che per ben quattro anni dalla sua quotazione in borsa aveva visto crescere i ricavi a una tasso medio superiore all’80%. Certo, l’ingresso di Google è avvenuto in un contesto economico più fortunato, ma i fondamentali del business di quest’ultima erano probabilmente più convincenti rispetto a quelli attuali di Facebook.