Il livello di prezzo dell’IPO di Facebook è stato di 38 dollari raggiungendo così una quotazione di 104 miliardi. Tutto come previsto. Una supervalutazione, considerato il valore di fatturato, 3,7 miliardi. Ma la quotazione in borsa del più popolare social network ha in parte deluso chi immaginava un rapido guadagno sull’onda dell’entusiasmo ed eccitazione che aveva accompagnato l’ingresso al Nasdaq dell’azienda di Mr. Zuckerberg, che nel frattempo ha suggellato lo storico momento convolando a nozze. L’azione, a distanza di 4 giorni, vale oggi 33 dollari, 5 in meno di venerdì scorso, giorno del battesimo a Wall Street.
Il debutto al Nasdaq non è nato sotto i migliori auspici. Il cervellone che gestisce il mercato azionario dei titoli high-tech è andato in tilt ritardando le contrattazioni di circa 30 minuti. Non solo, ma problemi nelle vendite sono stati registrati per tutto il corso della giornata, con azionisti incapaci di comprendere se le proprie operazioni avessero avuto esito positivo o meno.
Chi sono i maggiori azionisti del social network? Zuckerberg possiede 533 milioni di azioni per un valore di 20 miliardi di dollari. Sotto di lui Accel Partner con 7,6 miliardi, seguono DST Global e Dustin Moskovitz, quest’ultimo cofondatore di Facebook, con 5 miliardi ciascuno. E poi l’ex presidente Sean Parker, 2,6 miliardi, e Goldman Sachs, 2,5 miliardi.
La deludente dinamica che ha caratterizzato l’andamento del collocamento in Borsa di Facebook ha influito negativamente sugli altri titoli social quotati al Nasdqa, come Groupon, Linkedin e Zynga. Al momento, comunque, le migliori performance registrate dal momento del debutto a Wall Street dei titoli social, appartengono a Linkedin, che è stato da allora rivalutato del 31%, mentre Groupon ha perso il 37% e Zynga il 27%.
Tuttavia, quella che la rivista Forbes definisce come quotazione fallimentare, riferendosi appunto alla IPO di Facebook, sconta l’onda negativa che caratterizza attualmente i mercati, compreso quello americano che, pur avendo evidenziato una crescita costante dall’inizio dell’anno, inizia a essere in stallo. A questo punto conteranno soprattutto i risultati: Facebook dovrà dimostrare al mercato che esistono i fondamentali perché ricavi e utili possano continuare a crescere. Altrimenti gli amici di Facebook continueranno a essere tanti, ma ce ne saranno sempre meno disposti a seguirlo nelle sue disavventure al Nasdaq.