Il portavoce del social network si taglia fuori dal caso del governo spia scoppiato qualche ora fa. Bisogna credergli?
Dopo la bufera scatenata dalla vicenda di PRISM, il programma che spia i clienti di almeno 9 aziende tecnologiche americane, arrivano le prime smentite. Il silenzio della vicenda è stato rotto da Facebook che si è dichiarato estraneo alla vicenda del controllo. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Per Facebook è una priorità assoluta proteggere la privacy dei suoi clienti. Non forniamo alcun tipo di dati ai governi e non possono accedere, senza motivo, ai nostri server“.
Chi ha ragione?
Il dubbio resta. I dati rilasciati dal Washington Post sono reali? Qual è la possibilità che le aziende non fossero davvero a conoscenza della possibilità di controllo della NSA ed FBI? “Facebook analizza con attenzione le singole richieste governative – ha detto un portavoce – verifichiamo che le domande di accesso ai dati siano conformi alle leggi in vigore e solo in quel caso concediamo le informazioni”. Come scrive l’Ansa, è il capo della sicurezza di Facebook, Joe Sullivan, a parlare. Nel caso si verificasse l’eventualità che le aziende controllate fossero davvero estranee alle procedure di controllo effettuate dal programma PRISM, si delineerebbe un panorama ancora più complesso. In quel caso infatti non sarebbero più solo i cittadini ad essere stati ingannati, ma anche i partner del progetto, inconsapevoli complici di una violazione della privacy tra le più grandi della storia.