Il giornalista di La7 ha deciso di chiudere il suo account sul sito di microblogging. Troppi gli insulti ricevuti coperti dall’anonimato
Per i personaggi pubblici, Twitter è un’arma a doppio taglio. In molti lo utilizzano come strumento di public relations ma il partito di chi vede solo lati negativi del sito di microblogging diventa sempre più ampio. Non tutti i follower sono compiacenti e spesso Twitter diventa una tribuna in cui scrivere insulti, spesso gratuiti, coperti dall’anonimato. La prima a denunciare il fatto è stata Paola Ferrari, seguita da Giuliano Ferrara, che ha addirrittura proposto di chiudere i social network (“Siamo una democrazia, chiudiamo i social lo fanno anche in Cina” ha affermato) e ultimo in ordine di tempo, Enrico Mentana. Anche il presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sull’argomento sostenendo che il web necessita di maggior controllo riguardo contenuti offensivi come quelli rivolti a lei e al neo ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge.
Mentana: “Facile insultare se irrintracciabili”
“Il numero di tizi che si esaltano a offendere su Twitter è in continua crescita. Calmi tra poco ce ne andremo, così v’insulterete tra di voi”, ha twittato il direttore del Tg di La7. “Resterei se ci fosse almeno un elementare principio d’uguaglianza: l’obbligo di usare la propria vera identità. Strage di ribaldi col nickname”, ribadisce Mentana. I messaggi seguenti sono sulla stessa linea fino a quello finale in cui annuncia il suo definitivo abbandono dei suoi 312.512 follower: “Un saluto finale a tutti”.
Le Gaffe su Twitter
Capita spesso che un tweet sbagliato possa generare l’ilarità, spesso sottolineata con insulti pesanti, della comunità online. L’ex premier Mario Monti lo ha sperimentato quando è stato mal interpretato un suo messaggio sul taglio delle vacanze estive per gli studenti, che non hanno perso l’occasione per segnalare la loro contrarietà all’hashtag #sucamelamonti. Recentemente anche il neo ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha dovuto sorbirsi una sequela di oscenità da parte degli utenti di Twitter quando affermò in un post che il Presidente della BCE Mario Draghi era morto, notizia poi rivelatasi falsa. Lo stesso Mentana è stato protagonista di un episodio simile. Qualche tempo fa il direttore del Tg di La7 aveva twittato erroneamente che il rapper Fabri Fibra era deceduto, per poi giustificarsi affermando che il suo account era stato hackerato. Il web non ha perso tempo e ha creato un “generatore automatico di mentanate”. Forse è stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso.