Effetto SIAE: smartphone e tablet più cari

Dal 2014 i device con memoria interna subiranno un rincaro per un contributo alla Società Italiana degli Autori ed Editori

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’inghippo sta nella possibilità di memorizzare file multimediali sul mobile, almeno secondo la SIAE. Si tratta della teoria dell’equo compenso, ovvero della necessità di versare un “contributo imposto ai produttori e agli importatori di prodotti elettronici finalizzati alla riproduzione o alla registrazione di contenuti digitali come indennizzo sull’utilizzo e la copia privata delle opere protette dal diritto d’autore”. 

Come funziona

In parole povere la Società Italiana degli Autori ed Editori ha “invitato” i vendor ad alazare il prezzo dei loro prodotti per consentire il pagamento di una speciale “tassa” che basa il suo essere sulla possibilità per i consumatori di fruire da qualsiasi luogo di file protetti dal diritto d’autore, nonostante siano stati acquistati legalmente. La quota totale della tassa contribuirà ad accrescere le casse della SIAE per il 70%, mentre il 30% rimanente sarà per gli autori.

Il problema

Uno dei punti deboli dell’equo compenso è che va a caolpire anche chi non utilizzerà mai smartphone o tablet come dispositivo di archiviazione. Molti smartphone, soprattutto di faacia medio-bassa, non hanno una capacità di memorizzazione interna capace di conservare molti file, quindi un utente potrebbe scegliere semplicemente di non utilizzarlo come player multimediale. La tassa va a colpire anche loro non distinguendo tra categorie diverse ma mettendo tutto in un unico calderone, 

Leggi anche:  ESG: quando e come un’azienda può “definirsi” sostenibile