La talpa che ha svelato PRISM chiede aiuto ai cittadini dell’Ecuador per ottenere l’asilo politico nel Paese. Intanto, rimane nascosto nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca
Richiuso nell’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, Edward Snowden, la talpa dello scandalo Datagate, aspetta di conoscere la sua prossima destinazione per sfuggire alla caccia del Governo degli Stati Uniti, che lo ha accusato di spionaggio.
L’informatico che ha svelato al mondo il controllo sulle comunicazioni attuato dalle istituzioni statunitensi nei confronti dei propri cittadini era fuggito ad Hong Kong a giugno per poi spostarsi nella capitale russa domenica scorsa. Qui tutti si aspettavano prendesse un volo per l’Avana ma così non è stato. Ora Snowden lancia un appello su Twitter ai cittadini dell’Ecuador affinché convincano il proprio Presidente ad accettare la sua richiesta di asilo politico.
“Cittadini dell’Ecuador aiutatemi!”
“Popolo dell’Ecuador, twittate a Riccardo Patino e persuadetelo a farmi entrare nel vostro Paese!”, scrive Snowden sul sito di microblogging. I tweet di commento degli ecuadoriani si dividono fra chi è favorevole al suo espatrio e chi invece considera Snowden un traditore del proprio Paese.
Fonti moscovite rivelano che né il 30enne informatico né la sua accompagnatrice Sarah Harrison, ricercatrice del gruppo WikiLeaks, hanno effettuato prenotazioni per una determinata destinazione. Attualmente Snowden rimane nascosto nell’area di transito dell’aeroporto e vi rimarrà “tutto il tempo che vuole” senza richiedere visti, come ha sottolineato un funzionario dell’immigrazione. Mentre l’Ecuador riflette sulla possibilità di accettare le richieste dell’informatico, il premier russo Vladimir Putin ha affermato che non lo consegnerà agli Stati Uniti ma deve lasciare al più presto il territorio dell’Unione.