I CIO chiudono ai Social Media: il 67% blocca l’accesso a Facebook

Lo rivela una indagine di Easynet Global Services e Ipanema Technologies. “Bloccare i social media è una decisione azzardata, controproducente nella realtà odierna, e vedere quante aziende non consentono di accedere ai social media, è un dato davvero preoccupante” ha dichiarato Lisa Myers, CEO di Verve Search, agenzia specializzata in SEO e Social Media

Secondo un’indagine realizzata da Easynet Global Services e Ipanema Technologies i CIO europei stanno precludendo alle imprese i vantaggi che potrebbero ottenere grazie ai social media. L’annuncio di oggi va ad integrare i risultati iniziali pubblicati in maggio della ricerca ‘Killer Apps 2012’, incentrata sull’utilizzo delle applicazioni e sullo sfruttamento della rete nelle aziende Europee di medie e grandi dimensioni.

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Oltre ai dati già rilevati sulle prestazioni delle applicazioni aziendali principali e sull’importanza di reti adeguate alla fruizione di contenuti video, la ricerca evidenzia che,  evitando di utilizzare i social media, i CIO europei corrono il rischio di allontanare i clienti, privilegiando strategie di marketing inefficaci, di demotivare il personale e di perdere vantaggio competitivo:

– Il 67% dei CIO europei e direttori IT ha affermato di bloccare l’accesso a Facebook

– Il 60% blocca YouTube

– Il 49% non consente l’utilizzo di Twitter

– Il 56% blocca la fruizione di qualsiasi contenuto video online

“Bloccare i social media è una decisione azzardata, controproducente nella realtà odierna, e vedere quante aziende non consentono di accedere ai social media, è un dato davvero preoccupante” ha dichiarato Lisa Myers, CEO di Verve Search, agenzia specializzata in SEO e Social Media, “Il ROI per i social media non è altro che la possibilità che l’azienda sia ancora operante tra cinque anni. Le nuove generazioni non hanno mai conosciuto un mondo senza internet: per queste persone i social media e il web rappresentano un modo di vivere. Le imprese devono poter usufruire di quanto di buono i social media hanno da offrire, e utilizzarli per migliorare i rapporti con il proprio personale e la fidelizzazione dei clienti, certamente non devono combatterli”.

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“Il divario tra Generazione X e Generazione Y sta diventando un abisso”, ha aggiunto Justin Fielder, CTO di Easynet. “Non si tratta solo di attirare e trattenere giovani talenti, ma del modo migliore per creare un dialogo, e mantenerlo vivo, con i clienti. I social media sono l’ossigeno di chi non ha ancora compiuto i 30 anni, che nei social media trova gli strumenti preferiti per comunicare, formarsi e informarsi. Hanno enormi implicazioni per un percorso professionale di successo”, ha continuato Fielder. “I dirigenti delle imprese – di solito della Generazione X – devono comprendere questo dato di fatto, pena il rischio di mettere in pericolo la propria attività”.

“La recente notizia dell’acquisizione da parte di Microsoft di Yammer, un sito di social networking aziendale, conferma ulteriormente l’importanza dei social network sul posto di lavoro, ma sembra che i CIO europei debbano recuperare il tempo perduto”, ha aggiunto Thierry Grenot, Vice Presidente Esecutivo di Ipanema Technologies, che prosegue: “La maggior parte delle sfide previste derivanti dall’utilizzo dei social media da parte dei dipendenti, come l’impatto sulla rete aziendale, sono stati risolti, quindi è arrivato il momento in cui i CIO devono rivedere le loro politiche in questo ambito”.

“Alcuni dei nostri clienti si sono mostrati preoccupati per il superamento dei confini della rete quando il personale utilizza i propri dispositivi personali per accedere ai social media” conclude Fielder, “ ma ci sono precauzioni semplici che possono essere prese senza dover arrivare alle misure più drastiche come bloccare l’accesso ai social media”.

Fielder e Grenot suggeriscono ai CIO di svolgere una verifica delle prestazioni delle applicazioni (Application Performance Audit) sulla propria rete aziendale in modo che i dipartimenti IT possano avere una visione chiara del traffico di rete, alla luce delle priorità di business e delle implicazioni relativamente all’ampiezza di banda

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