Dolori cronici, arriva il neurostimolatore midollare senza fili

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Buone notizie per chi soffre di dolori cronici alla schiena o alle gambe, spesso sopportati con rassegnazione e frustrazione per anni senza poter trovare un po’ di sollievo attraverso una cura efficace: arriva il primo neurostimolatore midollare senza fili, impiantato per la prima volta impiantato al Barolat Neuromodulation Institute Europe, presso la clinica “Le Betulle” di Appiano Gentile (Como)
Il neurostimolatore è stato testato su tre pazienti dall’equipe formata da Claudio Reverberi, Giovanni Frigerio e Rodolfo Bucci. 

“Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel settore – afferma Giovanni Frigerio, medico anestesista e terapista del dolore di Como – una novità tecnica che semplifica ulteriormente la vita dei pazienti, riducendo il numero di interventi necessari per l’impianto del neurostimolatore e rendendo più semplici i movimenti nella vita di tutti i giorni”.

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Lo rivela uno studio pilota dell’Università di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista Pain
L’effetto è indotto dalle correnti elettriche anodiche a bassa intensità che attivano una sorta di circuito analgesico. Dolore ridotto fino al 60 per cento nei pazienti affetti da sindrome dell’arto fantasma, sulla quale hanno poco effetto i trattamenti con farmaci.
La stimolazione elettrica della corteccia motoria attiva un circuito analgesico. 

Che l’elettrostimolaizone avesse effetti benefici sul dolore è in realtà cosa nota, messa in luce anche dallo studio pilota dell’Università di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista Pain, che ha dimostrato l’effetto indotto dalle correnti elettriche anodiche a bassa intensità sulla corteccia elettrica, che sono in grado di attivare una sorta di circuito analgesico.

L’efficacia della neurostimolazione 

In realtà il sistema di neurostimolazione midollare non è una novità nell’ambito della cura del dolore cronico, ma è in uso da oltre 40 anni e praticata a livelli altissimi di efficienza proprio dal torinese Giancarlo Barolat, che oggi opera negli Stati Uniti e che dà il nome al Barolat Neuromodulation Institute Europe aperto nel 2011 il ad Appiano Gentile (Como) all’interno del centro di cura Le Betulle. Si tratta di una tecnica molto efficace e poco invasiva, con effetti collaterali praticamente inesistenti e senza limiti di età: viene innestato un elettrodo nella zona dove ha origine il dolore, in modo che trasmetta impulsi elettrici che vadano a contrastare lo stato algico nel paziente.

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L’innovazione è wireless

La vera novità quindi consiste non nel sistema, che esiste da lungo tempo, ma nella modalità di innesto del neurostimolatore, che per la prima volta è diventato wireless (ovvero senza fili), velocizzando l’intervento di innesto e rendendo ancora più efficace l’utilizzo sui pazienti affetti da dolori cronici.

Basta infatti una seduta in day hospital e un controllo periodico di una o due volte l’anno per ottenere miglioramenti significativi:

”Il nuovo device viene impiantato nel midollo, nello spazio peridurale – spiega il dottor Frigerio -. Il generatore di impulsi, dotato di batteria, non viene più collocato sottopelle, ma in una cintura, che si può tenere addosso senza problema, grazie alle dimensioni ridotte. Presto, probabilmente, sarà collocato in un braccialetto o in una maglietta. Un ulteriore vantaggio è che questo sistema permette di effettuare esami in risonanza magnetica, che prima non erano consentiti. Si collega senza fili, tramite radiofrequenza, con gli elettrodi. L’unico intervento dura mezz’ora ed è indolore per il paziente”.

La realizzazione di un impianto medicale in modalità wireless non è una novità assolulta in italia: dopo il primo impianto di un pacemaker wireless avvenuto a Ravenna, all’ospedale Civile di Brescia è stata utilizzata questa tecnologia su un paziente gravemente obeso.

Quali potrebbero essere i successivi sviluppi di questo metodo? Probabilmente si andrà nella direzione di un uso degli elettrodi non solo per via midollare, ma anche per via sottocutanea e si cercherà di ridurre le dimensioni del chip: questo potrà consentire l’inibizione del dolore anche nei casi di cefalea e comporterà un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

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