Baustelle: musica e tecnologia. L’intervista di Data Manager

Qual è il futuro della musica ? Che tipo di fruizione si affermerà? Oggi il successo di un disco si basa sulle copie vendute o sulle visualizzazioni su YouTube e i follower sui social? La pirateria? Di questo e del prossimo album abbiamo parlato con i Baustelle con risposte, ovviamente, sempre pungenti…

 

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«Il futuro della musica? La fruizione frammentata»

 

E’ una riflessione sul tempo che passa il nuovo album dei Baustelle, “Fantasma”, in uscita il prossimo 29 gennaio. Al suo interno ci sono le ispirazioni cinematografiche, la maestosità e l’apertura delle colonne sonore dei film, molte riflessioni e parecchie suggestioni a cui la band ha da sempre abituato il suo pubblico: Francesco Bianconi (leader dei Baustelle e principale autore delle canzoni), Rachele Bastrenghi e ClaudioBrasini si confermano artisti che hanno molto da dire, con la musica e con le parole.

Data Manager: Un disco che si sofferma a riflettere sul tempo. Come mai questa scelta?

Francesco Bianconi: Forse a 40 anni vedi che il passato si ingrossa e, anagraficamente, è più facile scrivere del tempo che passa.

Tra i 6 brani strumentali e le 13 canzoni che compongono il disco, ce n’è una intitolata “Il futuro”. Tu Francesco hai scritto anche “Il futuro che sarà”, uno dei due brani che Chiara Galiazzo porterà in gara al Festival di Sanremo. Un caso che ci siano due titoli così simili?

Sono testi nati entrambi dalla riflessione sul tempo passato che si è accumulato. “Il futuro” è infatti quasi più una canzone sul passato, che parla della difficoltà di vedere i contorni chiari del domani.

Hai collaborato anche a “Banda larga”, il nuovo disco di Musica Nuda di Ferruccio Spinetti e Petra Magoni…

Mi piace scrivere per altri interpreti, quando qualcuno che apprezzo mi chiede delle canzoni. Musica Nuda è un progetto interessante e ambizioso: canzoni realizzate solo con contrabbasso e voce (in questo disco ‘vestite’ anche dall’orchestra) sono così nude da essere quasi oscene, nel panorama musicale italiano.

Tornando a parlare di futuro, Lady Gaga pubblicherà il suo nuovo album, “ArtPop”, anche sotto forma di app interattiva. Potrebbe essere questo il futuro della musica, sempre più tecnologico?

Potrebbe esserlo… credo che sarà più complesso di come lo possiamo intuire oggi. La fruizione musicale sarà sempre più frammentata. Arriveremo alla fine completa del supporto fisico e dell’ascolto casalingo con il vecchio hi fi. Anche se, paradossalmente, oggi assistiamo a una fruizione musicale così spalmata su vari supporti, più o meno materiali, che stiamo assistendo al ritorno del vinile: il mio amato vinile è sinonimo di lusso, spiace dirlo ma è così. La musica oggi si divide tra qualcosa che è senza peso e materia e costa 99 centesimi (o niente, visto che se cerchi la trovi anche gratis) e qualcosa che invece è in edizione limitata, in supercofanetti di pelliccia (ride, nda) che pochi si possono permettere.

Oggi il successo di un disco si basa sulle copie vendute oppure sulle visualizzazioni su YouTube e i follower sui social network?

Forse più sui click e i follower, ma al momento non si capisce bene: credo contino più forme di remunerazione non monetaria rispetto ai guadagni. Eppure, chiaramente, vendere dischi è la nostra professione. Se la musica viene diffusa gratuitamente mi cerco un altro mestiere. Magari la figura del musicista cambierà…

In che modo, secondo te?

Forse non ci saranno più musicisti a tempo pieno. Non è mai stato detto che scaricare musica illegalmente crea un danno culturale: è passato il messaggio che la musica non valga niente.

Cosa ti senti di dire a chi oggi vorrebbe mettere su una band e lavorare con la propria musica?

Che probabilmente la musica potrebbe essere un hobby. Io anni fa ho mollato il mio lavoro come redattore per provare a fare il cantante: oggi non so se lo consiglierei a qualcuno. No future: il vero punk è oggi, non nell’epoca in cui è emerso (ride, nda).

http://www.facebook.com/baustelleofficial

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