Sono numerosissime le app che permettono di seguire la campagna elettorale e rendere il votante più consapevole sui programmi dei candidati. L’Agcom ha deciso di bloccarne una affermando che la par condicio si applica anche alle app
Mancano pochi giorni al voto e gli elettori, sommersi dai dibattiti in TV e sui social network, hanno trovato nelle app un nuovo strumento sempre a portata di mano per conoscere l’indice di gradimento del proprio candidato o fare scelte più consapevoli al seggio. Sui principali store digitali le Politcal App sono numerosissimi e ognuna svolge una differente funzione.
Le app per gli indecisi
AffinitàElettive permette, attraverso un questionario di 10 domande che riguardano i temi trattati nei diversi programmi elettorali e formulate in forma anonima, di capire quale sia il candidato più affine all’utente. iVoto chiede all’elettore di indicare quanto si trova d’accordo con le linee guida dei diverse partiti, senza specificare a chi appartengano, per permettergli di capire a chi va la propria preferenza. iDichiarato utilizza invece le dichiarazioni fatte dai politici. L’app propone all’utente diverse frasi dette dai candidati, sempre in forma anonima, e attraverso l’analisi del suo livello di gradimento individua il candidato a lui più affine.
La politica sui social media
Elezioni2013 misura il gradimento dei diversi candidati su Twitter mentre ioVoto 2013 e Italia Che Vota 2013 permette di sapere in tempo reale tutte le notizie riguardanti il partito prescelto. Italia2013 consente agli utenti di creare un quadro dei diversi candidati con il contributo anche di altri estimatori e MiCandido consente di vestire i panni del politico e condividere con gli altri le proprie proposte politiche.
Le app per i sondaggi, l’Agcom blocca quella di Swg
Politiche2013 raccoglie i sondaggi pubblicati dal sito governativo allegando anche curiosità e appuntamenti che riguardano la campagna elettorale. PoliticalApp di Swg fornisce un servizio molto simile, ma è stata bloccata dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). L’app permette di conoscere i sondaggi che riguardano i diversi candidati previo il pagamento di 10 euro sia per iOS che per Android. All’inizio l’ente aveva dato il suo assenso alla diffusione, salvo poi fare marcia indietro affermando che il servizio è contrario alla par condicio, che impedisce la diffusione di informazioni elettorali a due settimane dalle elezioni sui mezzi di comunicazione di massa. In una nota l’Agcom sancisce che “l’applicazione realizzata da Swg, nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile – previo il pagamento del prezzo contenuto – il risultato dei sondaggi a un pubblico potenzialmente molto vasto, con inevitabili effetti di diffusione incontrollata dell’informazione” e quindi deve essere bloccata “dalla mezzanotte del prossimo venerdì e fino alla conclusione delle operazioni di voto”.
La risposta al provvedimento arriva dall’AD di Swg, Adrio Maria De Carolis su Repubblica.it: “E’ una vergogna, guarda caso l’Autorità si è attivata per bloccarci solo dopo che l’app è diventata un successo, la più venduta nell’Apple store italiano in questi giorni, come si può facilmente verificare. Ci chiediamo: ma da chi siamo stati bloccati veramente? Chi ha paura dei nostri sondaggi? A chi potevamo fare del male? E l’Agcom ha deciso in modo indipendente o ha ricevuto una telefonata?”. Di chi è la colpa? “”In Italia c’è solo un politico che utilizza in modo strumentale e quasi ossessivo i sondaggi. Ed è Berlusconi”.