Secondo un giudice statunitense, l’azienda avrebbe violato la legge antitrust quando lavorò con gli editori per lanciare il suo store nel 2010
Eliminare la concorrenza sui prezzi di vendita al dettaglio e aumentare i prezzi degli ebook. Queste le conclusioni del giudice Denise Cote della US District Court nel Southern District di New York. In una sentenza di 160 pagine pubblicata ieri si legge: “Senza orchestrazione di una tale cospirazione, Apple non sarebbe riuscita a fare quello che ha fatto nella primavera del 2010“. La conseguenza della collusione è la violazione, da parte di Apple e degli editori coinvolti, della sezione numero 1 dello Sherman Antitrust Act, che rappresenta un primo modo degli Stati Uniti per eliminare i cartelli e i monopoli a livello economico.
Apple e Amazon, diverse visioni di monopolio
“Le aziende non possono ignorare le leggi antitrust quando pensano che sia bene, per loro, farlo. Questa decisione del tribunale è un passo fondamentale nel riconoscere i danni causati dalle azioni illegali di Apple” – ha sentenziato il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Da parte sua l’azienda respinge tutte le accuse: “Apple non ha mai cospirato per fissare i prezzi degli ebooke continueremo a lottare contro queste false accuse” – si legge in una comunicazione ufficiale. “Dall’introduzione dell’iBookStore nel 2010 – prosegue Apple – abbiamo dato ai clienti una scelta più ampia, rompendo la presa monopolistica di Amazon nel settore dell’editoria digitale. Nulla di sbagliato e faremo appello alla decisione del giudice“.