Allarme social-dipendenti, Facebook è come una droga

La Winchester University ha sperimentato come la dipendenza da Facebook sia un fenomeno dilagante ed è difficile guarirne

Nonostante numerose ricerche dicano che Facebook renda le persone nervose e insoddisfatte, oltre ad alterare l’autostima, sono sempre di più quelli che non riescono a staccarsi dal social network di Zuckerberg, che con la sua entrata in politica si propone di cambiare la legge sull’immigrazione negli USA, fino a diventarne dipendenti. Un padre statunitense è arrivato a promettere 200 dollari alla figlia purché smettesse di utilizzare Facebook per un anno.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Senza Facebook si è “tagliati fuori dal mondo”

L’Università di Winchester ha chiesto a 10 utenti che si sono detti dipendenti da Facebook e Twitter di smettere di utilizzare le due piattaforme per un mese. La maggior parte, durante il periodo di astinenza, si è sentito “tagliato fuori dal mondo”. “Buona parte della mia vita è organizzata via Facebook. Non ho comunicato con la mia famiglia per una settimana intera”, ha affermato uno degli intervistati. Le mie dita sembrano essere programmate per cercare l’applicazione ogni volta che prendo il telefono”, ha detto un’altra partecipante alla ricerca. Solo uno dei partecipanti ha confessato che il divieto di accesso ai social network gli ha permesso di trascorrere più tempo con la figlia.

E’ facile cadere in tentazione

I ricercatori hanno anche chiesto a 10 persone che non avevano mai sperimentato i social network di provarli con regolarità per quattro settimane. Uno dei partecipanti ha ammesso: “Ho pensato che avrei trovato l’uso di Facebook ogni giorno noioso e inutile, ma mi sto divertendo abbastanza. In realtà, sto vedendo i miei amici anche di più adesso”.

Leggi anche:  OpenAI e Google avrebbero usato video di YouTube per addestrare i modelli di IA

Gli effetti positivi

Passare molto tempo sui social network non è necessariamente un male. Secondo il dottor David Giles, uno degli autori dello studio, “quello che la maggior parte di questi cosiddetti ‘dipendenti’ sta facendo online è profondamente sociale”. Il ricercatore ha comunque sottolineato come la moderazione è sempre una virtù da coltivare.