Un semplice antiallergico rilasciato nelle acque fluviali può uccidere il 99% di batteri, alghe e funghi che le abitano. I farmaci entrano in circolo dalle perdite nei sistemi fognari e agricoli
Non solo l’acqua viene sprecata, come ci ricorda ogni anno la Giornata Mondiale per la tutela di questo elemento fondamentale della vita, ma viene anche sistematicamente inquinata dalle perdite nei sistemi fognari e agricoli ormai obsoleti. Anche i farmaci, discolti nelle acque dei fiumi, possono provocare enormi danni agli ecosistemi fluviali.
Un antistaminico distrugge l’intero ecosistema
Il Cary Institute of Ecosystem Studies di Millbrook negli Stati Uniti ha analizzato gli effetti di alcuni farmaci sul biofilm, quello strato di alghe, batteri e funghi che ricopre i fondali e le rocce vicine ai corsi d’acqua e che è alla base della catena alimentare di questi ecosistemi. Dalla ricerca è emerso che un semplice antistaminico per combattere le allergie può distruggere il 99% di questi microrganismi. “Anche quando le acque reflue vengono filtrate attraverso gli impianti di filtraggio, i residui farmaceutici permangono perche’ non ci sono ancora filtri adatti. Il risultato e’ che i corsi d’acqua di praticamente tutto il mondo sono esposti a un cocktail di composti chimici che vanno dagli stimolanti agli antibiotici, dagli analgesici agli antistaminici”, ha spiegato Emma Rosi-Marshall, autore principale dello studio.
Bisogna modernizzare il trattamento delle acque
“E’ necessario capire anche come interagiscono tra loro le varie sostanze e soprattutto che effetto hanno questi cocktail di droghe sull’ecosistema e per questo saranno necessari ulteriori studi.- ha continuato la ricercatrice – Quella che però è ancora più necessaria è una innovazione nel sistema di trattamento delle nostre acque reflue. Attualmente solo una piccola frazione delle acque reflue mondiali viene trattata e le infrastrutture anche in molti Paesi sviluppati sono ormai obsolete”.