Assintel Report 2012. Imprese al palo, PA in sofferenza, bene mobile e cloud

Secondo i numeri dell’Assintel Report 2012 (presentato il 12 ottobre a Milano), il mercato IT arretra del 3,2% con una perdita netta che sfiora i tre miliardi di euro

Un passo indietro che tutta l’industria dell’Information Technology tradizionale segue doppiando il trend negativo generale.

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L’Assintel Report è la ricerca annuale sul mercato italiano del software e servizi IT, effettuata da Nextvalue per conto dell’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio, grazie al contributo di Amadeus Italia, Econocom, Elelco, Gesp, IBM, InfoCamere, Oracle, Present, Ricoh. Tra le righe del rapporto, emerge anche una novità positiva. Esiste una “new IT”, che cresce in controtendenza. Si tratta del web, del social, del mobile, del cloud. Se la “old IT” nel nostro Paese non si è mai sviluppata rispetto alle sue reali potenzialità – a causa di una serie di ostacoli di natura infrastrutturale – la “new IT” ha i numeri per supportare nuovi modelli di business, anche se restano alcuni nodi, come la penetrazione della banda larga e il digital divide. Ad alto potenziale sono la virtualizzazione, il document management, il mobile & wireless, l’information security management e il web content management.

RAPARI: «METTIAMOCI GLI ELMETTI»

 

«Oggi la nostra economia si trova in guerra. La politica non comprende il valore strategico dell’innovazione. Le imprese sono vessate da fisco e burocrazia. Le banche non sostengono il credito delle imprese. C’è chi resta in trincea con gli elmetti in testa e resiste – dichiara Giorgio Rapari, presidente di Assintel e della commissione Innovazione e servizi di Confcommercio Imprese per l’Italia – e chi lotta in prima linea, con lo sguardo oltre l’orizzonte, prefigurando l’evoluzione del mercato verso un’economia digitale. Internet ha un impatto su ogni business. Quello che manca è un adeguamento infrastrutturale e politico alle nuove dinamiche. Il decreto per lo Sviluppo Digitale muove alcuni passi coraggiosi, altri più conservativi: la sfida sarà legata alle norme di attuazione, al coordinamento fra i vari attori istituzionali, alla ripresa degli investimenti nella PA e infine alla reale disponibilità di incentivi per chi innova veramente».

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CROLLA L’HARDWARE, SERVIZI IN ROSSO

Nel 2012 il mercato IT supererà di sei milioni la soglia dei 19 miliardi di euro. Si sono persi quasi tre miliardi di euro dal 2008 ad oggi. Il tasso di decrescita italiano (-3,2%) è il peggiore rispetto alla media europea di -0,9%. In cima alla classifica, la Germania con +4,1%.

Il settore pesante dell’hardware affonda a -9,4%, trascinato dal crollo dei netbook (-59,2%) e dei pc desktop (-33,6%). I servizi IT tornano in rosso a -3,8%, trascinati dal crollo delle tariffe professionali. La formazione, da anni in crisi, segna un -4,2%. Il software, invece, continua la sua timida crescita (+0,8%), grazie al vento della “new IT”, che soffia sempre più forte su business intelligence di nuova generazione (+3,7%) e il process & content management (+4,1%). La vendita di tablet (+52,1%) e il cloud computing (+57,8%) sono i segnali di un cambiamento in atto.

BENE CONSUMER, TLC, ASSICURAZIONI

Con la disoccupazione al 10,9% e l’Italia al 127esimo posto nel mondo e quart’ultima in Europa per gli investimenti delle imprese nella formazione del personale, fa riflettere il richiamo di Assintel sulla mancanza di nuove professionalità, che il nostro sistema formativo non è ancora capace di fornire al mercato.

Nei mercati verticali tengono il consumer (+1,8%), le TLC (+1,3%) e le assicurazioni (+1,2%). I dati peggiori arrivano dai settori colpiti dalla spending review: PA (-10,8%) ed enti locali (-8%). Male anche industria (-5,1%) e commercio (-4,5%).

Obiettivo della revisione della spesa è un risparmio di 4,5 miliardi di euro per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014.

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Finisce così anche la favola del ruolo anticiclico di stimolo alla domanda da parte della PA? Forse bisognerebbe misurare gli effetti reali che la spesa IT ha avuto nella PA negli anni passati e cominciarsi a chiedere se spendendo meno, non sia possibile spendere meglio.

LA SPESA IT IN BILICO

 

Negativo il bilancio per le PMI che resistono tagliando costi e ottimizzando i processi, senza nessun euro sugli investimenti. Le micro imprese crollano del -16,4% e le piccole imprese del -11,4%. L’ottimizzazione dei costi è ancora al vertice delle priorità strategiche dell’88% delle 500 aziende medio-grandi del panel, rilevate da Nextvalue. Dal 2009 a oggi, la percezione del ruolo strategico dell’IT è cresciuto dal 28% al 57%. Il 33% delle aziende utenti non prevedono variazioni di spesa per l’IT nei prossimi 12 (contro il 63% del 2011). La percentuale di aziende che dichiarano di tagliare i budget si attesta invece al 42% (erano il 19% nella scorsa edizione), con punte di tagli oltre il 10% per il 17% di esse. Le risorse aziendali sono destinate per il 64% alla gestione dell’esistente e all’adeguamento tecnologico programmato, mentre il restante 36% a nuovi progetti e allo sviluppo e trasformazione dell’esistente. «In un contesto non positivo – ha spiegato Alfredo Gatti, managing partner di Nextvalue – l’IT si conferma come driver di innovazione. La sfida è gestire le aspettative di un processo di innovazione che diviene sempre più rapido. Di fatto le aspettative delle aziende finali creano forti pressioni sul mondo dell’offerta IT affinché cambino i modelli e le modalità di erogazione delle soluzioni e dei servizi. Più che nel passato, è determinante creare una buona collaborazione tra pubblico e privato. Anche la politica deve riconoscere il valore strategico degli investimenti IT, soprattutto oggi che l’Agenda digitale ha fatto i suoi primi passi anche in Italia. Questa settima edizione dell’Assintel Report dimostra la volontà di cogliere i segnali del cambiamento, partendo dai dati, mettendo al centro l’ecosistema delle imprese. E siccome le imprese fanno parte del mondo, anche l’Assintel Report si pone il problema della sostenibilità e dell’ambiente. Da qualche parte nel mondo c’è un piccolo bosco che cresce grazie ad Assintel».

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I vendor tendono a evangelizzare le imprese, le aziende sono sempre più sensibili al ritorno degli investimenti. La competenza diventa un criterio di scelta basata su progetti già realizzati. Esiste una domanda vivace da parte delle imprese italiane (18%) che sono impegnate nella ricerca di nuovi modi di fare le cose, ma non è supportata dal sistema dell’offerta in modo adeguato. Questa è una buona o una cattiva notizia?