Sicurezza: un attacco DNS può causare un danno di circa 1M di dollari

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Ingecom presenta i dati del rapporto di IDC e EfficientIP sullo stato della sicurezza DNS

EfficientIP, azienda distribuita in Italia da Ingecom e leader nella sicurezza DNS per la continuità del servizio, la protezione dell’utente e la riservatezza dei dati, annuncia i risultati del Global DNS Threat Report 2020, realizzato in collaborazione con International Data Corporation (IDC), società al primo posto mondiale nel settore delle ricerche di mercato. La ricerca mette in evidenza diversi tipi di attacchi DNS che si sono verificati nel corso dell’ultimo anno e i relativi costi di gestione.

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Quasi 4 organizzazioni su 5 (79%) hanno subito questo tipo di attacchi, con un danno medio per ciascuna di circa 924.000 dollari. Il rapporto sottolinea inoltre che nel 2020 le aziende, di tutti i settori, hanno subito in media 9,5 attacchi. Questi dati confermato il ruolo fondamentale del DNS per la sicurezza della rete, in quanto i cybercriminali si avvalgono della doppia capacità di tale sistema come vettore della minaccia o come obiettivo diretto.

In termini di danni territoriali causati da tali incidenti informatici, il Nord America è in testa con un costo medio di attacco di 1.073.000 dollari. Si tratta di una modesta diminuzione di circa l’1,36% rispetto all’anno precedente.  In generale gli Stati Uniti hanno registrato un calo di quasi il 4% dei danni da attacco DNS, tuttavia hanno ancora il primato per il costo più alto a livello globale con 1.082.710 dollari.

Un altro dato importante emerso dal rapporto è che i cybercriminali si focalizzano sempre di più sul cloud. Con la crescente diffusione di applicazioni business-critical negli ambienti di cloud ibrido, è aumentata anche la superficie di attacco e il numero di aziende che hanno subito tempi di inattività dei servizi cloud è cresciuto dal 41% nel 2019 al 50% nel 2020, con una crescita di quasi il 9%. Inoltre, il maggiore impiego di servizi cloud durante la pandemia globale potrebbe rendere il cloud ancora più attraente per gli hacker.

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I tempi di inattività delle applicazioni sono rimasti estremamente elevati: il 62% quest’anno rispetto al 63% del 2019. Nel complesso, i tempi di down time delle applicazioni – sia interne che in cloud – rappresentano il risultato più significativo degli attacchi DNS; l’82% delle imprese prese in esame ha dichiarato di aver subito un arresto nei sistemi.

Il rapporto sulle minacce mostra l’ampia gamma e la mutevole popolarità dei tipi di attacco che vanno dal volumetrico al segnale basso. Quest’anno il phishing ha avuto un ruolo di primo piano (il 39% delle imprese ne è stato vittima), seguito dagli attacchi basati su malware (34%) e dal DDoS tradizionale (27%). Anche le dimensioni di quelli ultimi sono in aumento, con quasi i due terzi (64%) che superano i 5Gbit/s.

Nonostante questi numeri preoccupanti, la consapevolezza delle aziende su come combattere gli attacchi sta migliorando: Il 77% degli intervistati ha ritenuto la sicurezza DNS una componente critica della propria architettura di rete, rispetto al 64% del 2019. Inoltre, sta maturando l’utilizzo di strategie di Zero Trust: Il 31% delle aziende sta ora gestendo o pilotando tali sistemi, rispetto al 17% dell’anno scorso. L’uso dell’analisi predittiva è aumentato dal 45% al 55%.

“Il riconoscimento della criticità della sicurezza DNS è salito al 77%, perché la maggior parte delle imprese oggi è regolarmente colpita da un attacco DNS o da altre vulnerabilità”, afferma Romain Fouchereau, Research Manager European Security di IDC. “Le conseguenze di tali attacchi possono essere molto dannose dal punto di vista finanziario, ma hanno anche un impatto diretto sul business. Garantire la disponibilità e l’integrità del servizio DNS deve diventare una priorità per qualsiasi azienda”.

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Il DNS offre informazioni preziose contro probabili hacker che attualmente non vengono tenute molto in considerazione. Secondo i risultati del Threat Report 2020, infatti, attualmente il 25% delle aziende non effettua alcuna analisi del proprio traffico DNS (rispetto al 30% dell’anno scorso). Il 35% non utilizza il traffico DNS interno per il filtraggio, e solo il 12% raccoglie i log DNS e li correla attraverso l’apprendimento automatico.

“In quest’epoca di evoluzione IT dominata dall’ IoT, Edge, SD-WAN e 5G, il DNS dovrebbe ricoprire un ruolo molto più importante nell’ecosistema di sicurezza”, afferma Ronan David, VP Strategy di EfficientIP. “Il sistema offre informazioni preziose, che possono rendere la protezione contro gli hacker molto più proattiva e preventiva. La pandemia ha incrementato la necessità di puntare sulle difese DNS, soprattutto quando i tempi di inattività di una rete o di un’applicazione hanno importanti implicazioni commerciali”.

Ci sono diversi modi tramite i quali le aziende possono utilizzare meglio il DNS con le informazioni sulle minacce e la User Behavioral Analytics, per migliorare la capacità di protezione dagli attacchi. Una soluzione di sicurezza DNS può alimentare i SIEM (Security and Event Management) e i SOC (Security Operations Center) con dati ed eventi azionabili, semplificando e accelerando così il rilevamento e il ripristino. Il 29% delle aziende intervistate ha utilizzato il software SIEM per rilevare i dispositivi compromessi e il 33% ha passato le informazioni DNS al SIEM per l’analisi (rispetto al 22% del 2019).