Diverse associazioni puntano il dito contro Messenger Kids, che raccoglierebbe i dati dei bambini a insaputa dei genitori
C’è la Commercial-Free Childhood in cima alla lista delle associazioni americane che hanno avviato una causa legale contro Facebook. Il motivo è presto detto: secondo varie organizzazioni, il social network raccoglierebbe dati sensibili dei minori tramite Messenger Kids, una versione della chat dedicata proprio ai più piccoli, senza averne il diritto.
Stando alla denuncia, l’app non rispetterebbe i criteri del Children’s Online Privacy Protection Act, meglio conosciuto come COPPA, il quadro normativo per il quale, siti e app devono richiedere il consenso dei genitori per la raccolta o l’utilizzo di qualsiasi informazione personale degli utenti minorenni. Il problema risiede nel fatto che il social network non verifica se l’account Messenger del presunto genitore, che valida il profilo del bambino, appartenga davvero al papà o alla mamma; così da aprire a scenari di autorizzazione teoricamente fasulla.
Cosa succede
Uno dei panorami meno attesi a cui il CFCC mira è spiegare alle autorità che questa eccessivo lassismo nelle procedure di autenticazione potrebbe portare molte aziende a creare profili di adulti falsi con il solo scopo di approvare le iscrizioni dei minori. In questo modo aprirebbero il cluster di potenziali acquirenti, per prodotti ovviamente targetizzati. In realtà, questa è solo l’ultima delle critiche che negli Usa, dove Messenger Kids ha debuttato, muovono al servizio di chat. All’inizio del 2018, una lettera firmata da 100 esperti dell’infanzia e pediatri chiedeva a Zuckerberg di rimuovere l’app dagli store, perché poco rispettosa dei diritti di privacy dei bambini.
Tuttavia, lo stesso Zuck aveva affermato la genuinità del progetto, libero da annunci pubblicitari e sotto il controllo diretto dei genitori. I medesimi da ingannare facilmente, grazie al consenso non legato al grado di parentela con i più piccoli.