Tesla rende open source parte del codice Autopilota

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Elon Musk ha deciso di offrire alla community di sviluppatori l’opportunità di lavorare sulle stringhe che permettono alle auto di prendere decisioni, limitate, lungo il percorso

Permettere al mondo open source di implementare un software così lungimirante come quello che sottende le funzionalità di Autopilota di Tesla può divenire essenziale per il futuro dell’azienda. Sarà per questo che Elon Musk ha deciso di offrire alla community l’opportunità di lavorare sulle stringhe che potenziano, almeno in parte, la piattaforma di gestione, per beneficiare delle idee degli appassionati.

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Tesla ha dunque caricato su GitHub una porzione del codice utilizzato per costruire le fondamenta della tecnologia di guida semi-autonoma e il sistema di infotainment delle Model S e Model X, che fanno uso del chipset Tegra di Nvidia. Si tratta di una mossa che può sembrare dettata da un eccesso di magnanimità da parte di Musk ma che dipende, in buona misura, da ciò che afferma il codice della General Public License (GPL) a cui si rifà il gruppo.

Cosa succede

Tesla basa il software del pilota automatico su progetti open source, come Linux e BusyBox. Ciò prevede l’accettazione delle policy GPL, che invitano le aziende a condividere la sorgente dei propri lavori. Dopo anni di diniego, la compagnia di Musk ha aperto le sue porte, guadagnandosi l’approvazione della Software Freedom Conservancy. Attenzione però, questo non vuol dire che ognuno può costruirsi in casa il proprio sistema di Autopilota visto che Tesla ha pensato bene di tenere per sé la porzione di codice che gestisce l’attivazione delle funzioni, evitando così che vengano messe in strada ibridi pericolosi e potenzialmente fuori controllo.

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Detto questo, è alquanto evidente che la società potrà recepire i suggerimenti arrivati dalla community nell’ottica di realizzare un prodotto non solo più sicuro ma anche maggiormente attento alle necessità dei guidatori.