Lo scorso novembre la Mela aveva annunciato Apple Heart Survey, un’indagine volontaria per studiare nuovi prodotti da connettere all’orologio nella misurazione di parametri vitali
Analizzare il presente per migliorare il futuro. Questa è l’idea di Apple, che lo scorso novembre aveva annunciato il progetto Heart Survey, totalmente basato sul Watch. Gli utenti che volevano partecipare all’indagine, avrebbero dovuto semplicemente farsi misurare il battito cardiaco in autonomia durante la giornata per poi inviare tutto allo Stanford Health. Quest’ultimo, insieme alla compagnia di Cupertino, si sarebbe occupato di tradurre le informazioni per realizzare uno studio specifico circa il funzionamento del cuore e la possibilità che indossabili come lo smartwatch possano un domani prevedere malfunzionamenti o problematiche degne di un approfondimento. Ora Apple ha confermato la partenza dell’iniziativa e dunque la raccolta dei dati dai polsi degli utilizzatori.
Chi può partecipare
Dovendo rappresentare uno studio statistico valido per la media, non tutti possono partecipare al progetto. Al di là del conoscere la lingua inglese, sono esclusi coloro a cui è stata diagnosticata una patologia come la fibrillazione atriale o il flutter atriale e che assumono fluidificanti del sangue tra cui Coumadin, Pradaxa, Xarelto, Eliquis e Savaysa. Stando ad alcune fonti, pare che Apple possa utilizzare i risultati per lo sviluppo di un nuovo prodotto, non tanto legato al panorama consumer ma verticale.
Ad esempio un rilevatore delle aritmie cardiache connesso al Watch o uno strumento per misurare il livello di zucchero nel sangue, sfruttando sensori che mimano i sistemi attuali, basati sul prelevamento di una goccia dal dito tramite una piccola puntina. Il settore medico è quello più interessato a sviluppi simili della tecnologia. Non a caso negli USA l’Apple Watch viene già usato per tenere nota di alcune attività concrete dei pazienti, di cui dati vengono trinagolati con quelli ottenuti in laboratorio. A conti fatti, l’healthcare può rappresentare la vera rampa di lancio per gli indossabili, in un mercato che non ne ha mai sancito il successo.