La compagnia aprirà presto un centro di ricerca a Pechino, il primo in Asia, connesso a quelli nel resto del mondo
Sappiamo bene quanto sia difficile la vita di Google in Cina. Parliamo soprattutto dell’assenza delle Google Apps nel mondo mobile, e dell’impossibilità di sfruttare il motore di ricerca anche via computer. Questo non vuol dire escludere del tutto il mercato del grande paese orientale dalle logiche di business di una delle compagnie di Alphabet. Ecco allora l’idea: unire le competenze tecnologiche di Big G con gli studi in ambito Intelligenza Artificiale cinesi, aprendo un centro di ricerca che dia il meglio di sé nello sviluppo di sistemi e applicazioni di nuova generazione. Si chiama AI China Center il primo laboratorio della statunitense in Cina. Basato a Pechino, questo si interfaccerà continuamente con le pari strutture nel resto del mondo, ad oggi a New York, Londra, Toronto e Zurigo.
Cosa farà
Ufficialmente, Google ha abbandonato la Cina nel 2010, quando il motore di ricerca ha dovuto lasciar spazio al Great Firewall, cioè il muro digitale che non permette ai servizi nella blacklist del governo di entrare nei dispositivi dei cittadini, se non attraverso l’utilizzo delle VPN, prarica da qualche mese considerata illegale e punita anche con diversi mesi di prigione. Nonostante ciò, la compagnia ha rafforzato la sua presenza nel mondo della ricerca scientifica in quanto a Intelligenza Artificiale, soprattutto con la piattaforma open-source TensorFlow.
Proprio in Cina, a Wuzhen, si tiene il Future of Go Summit, che nel 2017 ha visto come protagonista AlphaGo, il software ludico sviluppato da DeepMind, azienda di Google specializzata in progetti AI, che di recente ha pure imparato a giocare a scacchi, battendo Stockfish, il programma finora considerato d’eccellenza nella competizione a livello globale.