Il nuovo smartwatch ha il supporto all’LTE ma non il supporto al roaming internazionale. L’Unione Europea potrebbe agire contro la Mela
Apple Watch LTE non arriverà in Italia, non per ora almeno. La casa di Cupertino, durante il suo recente evento, ha svelato la nuova famiglia di orologi connessi, composta sia da un modello con supporto alle reti mobili che uno classico, in grado di ricevere e inviare dati su internet solo se connesso a un iPhone. A causa delle deboli (praticamente assenti) infrastrutture degli operatori nostrani per la gestione delle e-Sim (a bordo dello smartwatch replica digitalmente quella in suo sul telefonino), la variante LTE non sarà disponibile al momento del lancio nel nostro paese ma potrebbe esserlo in seguito, dopo un aggiornamento dei sistemi delle compagnie di telecomunicazione che offrono i loro servizi sul suolo nazionale. Niente di ufficiale ma le voci di corridoio si fanno sempre più insistenti. Tra i mercati più importanti in Europa, solo l’Italia pare avere un problema del genere, visto che Watch 3 LTE è confermato in Germania, in Francia e in Inghilterra. Eppure anche qui potrebbe avere vita breve.
Niente roaming
Tra le note di accompagnamento che Apple ha divulgato in merito al Watch 3 LTE, c’è chiaramente scritto che il dispositivo non supporta il roaming al di fuori dell’area di copertura nazionale dell’operatore di riferimento. Ciò vuol dire che qualora dovesse sbarcare anche da queste parti, non potremo sfruttare il piccolo display per effettuare o ricevere telefonate, sfogliare l’archivio musicale sul cloud e compiere tutte le altre operazioni che prevedono una connessione alla rete, pur senza l’iPhone abbinato. Un limite che va contro l’ultima regolamentazione sulla caduta dei costi di roaming nei paesi appartenenti all’Unione Europea, che di fatto ha abbattuto i confini tra gli stati in quanto a traffico (voce e dati) disponibile all’estero, ora rientrante in quello del piano tariffario locale. La questione è annosa e difficilmente la Commissione ci passerà sopra. Apple non ha spiegato se vi siano problemi strutturali che impediscono il roaming o altri di tipo software. Di certo dovrà rispondere alle eventuali richieste di approfondimento che giungeranno da parte dell’UE.