Sui conti di Google pesa la multa da oltre 2 miliardi da parte dell’Ue. I profitti sono calati mentre crescono i costi per l’acquisizione del traffico
Alphabet ha presentato i risultati finanziari per l’ultimo trimestre e nonostante i numeri siano comunque più che soddisfacenti, il titolo è sceso di qualche punto nonostante gli scambi ufficiali fossero già chiusi. La holding che raccoglie tutte le attività di Google ha superato le attese degli investitori per diversi punti a bilancio ma questi sono intimoriti da altri aspetti.
Innanzitutto la principale attività di Google, ovvero la raccolta pubblicitaria, ha visto un sostanziale incremento dei costi. Big G ha ottenuto 20,92 miliardi di dollari di ricavi dall’advertising ma la spesa per l’acquisizione del traffico ora pesa sul 22% del totale contro il 21% dell’anno precedente. L’azienda di Mountain View ha versato ai partner 5 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 3,98 miliardi del 2016 e alle previsioni degli analisti di 4,8 miliardi. Il costo per click è inoltre sceso del 23%, superiore quindi al calo del 14,6% che si aspettavano gli esperti. L’aumento dei costi sembra sia da imputare alle nuove formule pubblicitarie proposte su mobile o YouTube e al marketing automatizzato che prevedono una ripartizione dei guadagni diversa rispetto all’advertising associato alle semplici ricerche online.
Inoltre nell’ultimo trimestre Google ha registrato il peggiore calo dei profitti dal 2008 a causa della multa record impostale dall’Unione Europea per abuso di posizione dominante attraverso la sezione Shopping del suo motore di ricerca. Big G ha ottenuto utili per 3,52 miliardi di dollari (- 27,8%) ma senza la sanzione sarebbero stati di 6,3 miliardi (+ 28%).