Travis Kalanick non è più il numero uno di Uber a causa delle pressioni da parte di investitori e board
Alla fine le previsioni del New York Times si sono rivelate esatte. Travis Kalanick ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di CEO di Uber. Il co-fondatore dell’app di ride sharing rimarrà all’interno del board ma è stato costretto a rinunciare al suo ruolo di guida a causa delle pressioni da parte degli azionisti.
“Amo Uber più di qualsiasi cosa al mondo – ha scritto Kalanick in un comunicato – e in questo difficile momento della mia vita personale ho accettato la richiesta degli investitori di mettermi da parte in modo che Uber possa continuerà ad andare avanti a costruire piuttosto essere distratta da un’altra lotto”.
In questi ultimi tempi la posizione di Travis Kalanick ha traballato in numerose occasioni. Prima è arrivato il video in cui insulta uno dei suoi driver seguito da vari scandali legati ad attività di spionaggio e infine le accuse di molestie sessuali che hanno portato al licenziamento di ben 20 dirigenti. L’ultimo in ordine di tempo a lasciare Uber è stato Emil Michael, manager molto vicino all’ormai ex CEO. Infine è arrivata la morte prematura della madre in un incidente navale che lo ha portato a pensare di prendersi 3 mesi di aspettativa.
“Travis ha sempre messo Uber prima di ogni cosa. Questa è una decisione coraggiosa e prova della dedizione e del suo amore per Uber. – ha commentato il CdA dell’azienda di San Francisco – Facendo un passo indietro, potrà avere il tempo di riprendersi dalla tragedia personale che lo ha colpito, dando alla società spazio per vivere pienamente un nuovo capitolo della sua storia. Attendiamo con impazienza di riprendere a lavorare con lui nel board”.