Gli 007 russi contro Telegram: “Aiuta i terroristi”

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I servizi segreti russi ritengono che Telegram favorisca le comunicazioni tra i terroristi e minacciano la chiusura dell’app

Mentre le più grandi aziende del web moltiplicano i loro sforzi per combattere la propaganda jihadista online, la Russia ha aperto ufficialmente le ostilità nei confronti di Telegram. I servizi segreti di Mosca (Fsb) affermano che l’app è stata utilizzata per organizzare l’attentato terroristico alla metropolitana di San Pietroburgo dello scorso 3 aprile. L’Intelligence, che settimana scorsa ha minacciato l’app di chiusura, afferma di avere “informazioni attendibili sull’utilizzo da parte del terrorista-kamikaze, dei suoi complici e del curatore all’estero di chat Telegram per mascherare le loro intenzioni criminali, in tutte le fasi dell’organizzazione e della prostrazione dell’atto terroristico”.

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Uno dei punti di forza di Telegram è il sistema di crittografia unito all’autocancellazione dei messaggi dopo un determinato periodo di tempo. I terroristi avrebbero sfruttato queste funzioni per nascondere le loro attività. Pochi giorni fa Aleksander Zharov, direttore dell’ente federale russo per il controllo delle telecomunicazioni (Roskomnadzor) ha inviato una lettera aperta al fondatore dell’app, Pavel Durov, in cui lo accusava di non aver fornito le informazioni richieste dalle autorità in merito alla questione terrorismo.

Durov, che già ai tempi del social network VKontakte (VK) era entrato in contrasto con Mosca tanto da decidere di trasferirsi all’estero, ha risposto che l’eventuale blocco di Telegram rappresenterebbe “un sabotaggio degli interessi dello Stato”. “E’ ironico che all’ordine del giorno in Russia non vi sia alcun blocco di WhatsApp e di Facebook Messenger, controllate dagli Stati Uniti, ma attivamente si discute il blocco di Telegram, neutrale verso la Russia”, si legge nel suo post su VKontakte. Durov ha inoltre sottolineato che il bando dell’app significherebbe mettere un gran numero di informazioni sensibili nelle mani di aziende statunitensi come Google e Apple. Zharov ha quindi risposto alla provocazione affermando che Telegram in realtà è sì neutrale ma “verso i terroristi e i criminali che usano il suo servizio”.

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