La multinazionale aveva avviato una causa ai danni del produttore dei chip Snapdragon, che sarebbe venuta meno a diversi accordi. iPhone al bando negli USA?
All’inizio del 2017 lo scontro tra Apple e Qualcomm ha assunto contorni ben definiti. Da un lato (quello della produttrice dei chip Snapdragon) veniva chiesto alla Mela di rispettare gli accordi di licenza nell’utilizzo dei processori, dall’altro la compagnia guidata da Tim Cook affermava di poter agire come voleva circa gli smartphone e i tablet con il suo famoso marchio. Fulcro centrale della diatriba riguarda le differenti prestazioni che i dispositivi mobili dotati di CPU Snapdragon avrebbero in confronto a quelli potenziati dai chip di altri produttori. Per Qualcomm, i propri SoC portano i device a ottenere performance migliori anche se Apple, che li usa per alcuni dei suoi modelli, sembra sfavorirne l’adozione da parte della filiera di costruzione.
Cosa succede
La questione è annosa e difficilmente sanabile in tempi brevi. Tanto che la stessa Qualcomm punta ora a un divieto di vendita di iPhone sul suolo americano, dove la disputa ha avuto inizio legale. Stando a una persona vicina all’azienda con sede a San Diego, gli avvocati avrebbero formalmente chiesto alla US Trade Agency di bloccare l’importazione di telefonini Apple, sperando poi che l’organo globale, l’International Trade Commission, arrivi con il bannare del tutto la vendita all’interno del paese. Sarebbe una mossa a suo modo epocale, che porterebbe danni economici non di poco conto. Non ci sono conferme a riguardo ma la sensazione è che il lancio del prossimo melafonino non sarà accolto da tutti allo stesso modo. “Siamo certi di essere dalla parte del giusto – ha detto Tim Cook – ma so che lo pensano anche loro ed è per questo che esistono le Corti. Lasceremo decidere a loro”.