A Roma sabato 22 aprile al Digitalklive Luca Barboni presenta il primo libro in italiano sul growth hacking
Siamo nell’era digitale, da un capo all’altro del mondo il panorama tradizionale degli affari si è completamente trasformato grazie alla rapida affermazione del mondo connesso. L’uso di Internet estende la competitività di ogni business a livello globale aumentando in modo esponenziale le possibilità di crescita di ogni azienda.
Come ha fatto Dropbox a crescere il numero dei suoi utenti da zero a 200 milioni in pochi anni?
Un cambio radicale che impone un nuovo approccio nel fare marketing e che vede l’impiego di tecniche specifiche per far crescere il business: è l’avvento del Growth Hacking, un mix tra marketing creativo e analisi dei dati in grado di far crescere rapidamente gli utenti e misurare il ritorno sull’investimento di ogni attività di marketing.
Ispirati dai modelli di successo attuati in Silicon Valley, Luca Barboni e Federico Simonetti, sono gli autori di “Growth Hacking: fai crescere la tua impresa online” edito da Flaccovio Editore, il primo libro in italiano tutto dedicato al growth hacking che affronta in maniera semplice e alla portata di tutti, marketers e non, concetti importanti del modo di fare impresa e soprattutto di come farla crescere in modo esponenziale e in poco tempo così come viene inteso nella Silicon Valley.
All’interno del libro, sono contenute inoltre le testimonianze di Raffaele Gaito, Federico Pacilli, Bernardo Mannelli, Matteo Pogliani, Claudio Marchetti ed esempi presi da grande aziende come Facebook, Hotmail, Twitter, Linkedin, ma anche Together Price e Moovenda.
Il libro sarà presentato sabato 22 aprile a Roma all’interno dell’evento Digitalklive, una giornata dedicata al mondo del digital marketing presso la sede di Impact Hub Roma, lo spazio coworking ubicato in Viale dello Scalo S. Lorenzo, 67, 00185, Roma.
Digitalklive 2.0 sarà diviso in due Panel, uno la mattina, dedicato al mondo delle startup e uno il pomeriggio per le PMI, 9 ore di formazione e networking di alta qualità, dove le Best Practices lasciano il posto alle Practices, a progetti reali e concreti.