Debutta sul Mi 5c, smartphone presentato a Barcellona e in vendita dal 3 marzo esclusivamente per il mercato cinese
Il trend pare essere questo. Dopo Apple, Samsung e Huawei, anche Xiaomi si è lanciata nel mercato della produzione di chip, seppur dedicati solo ai propri prodotti. Dopo insistenti indiscrezioni diffuse negli ultimi giorni, la compagnia cinese ha confermato l’esistenza di un progetto di sviluppo interno, declinato nel Surge S1. Il SoC verrà utilizzato per potenziare i Mi 5c e successivi, con un controllo diretto sul processo di industrializzazione e integrazione. “L’abilità di creare SoC in casa è un passo importante per ogni marchio attivo nel mondo degli smartphone – ha spiegato Lei Jun, CEO di Xiaomi – per noi rappresenta un ulteriore tassello nel processo di sviluppo che ci accompagna”.
Come è fatto
Scendendo nel dettaglio, il chip è composto da un processore ARM Cortex A53 a otto-core, quattro a 2.2 GHz e quattro a 1,4 GHz, una scheda grafica Mali T-860 MP4, capace di fornire prestazioni in risoluzione 4K, VoLTE DSP a 32-bit e audio in frequenza 16 kHz. Il lancio del sistema proprietario pone Xiaomi come ulteriore concorrente di Qualcomm e MediaTek, pur sempre fornitori preferiti dal mercato degli smartphone. La stessa Samsung, pur costruendo in-house i suoi Exynos, in alcuni mercati preferisce affidarsi agli Snapdragon, come farà per il prossimo Galaxy S8 dove sarà presente il modello 835, lo stesso del Sony Xperia XZ Premium, appena presentato al Mobile World Congress di Barcellona. Il primo dispositivo a ospitare Surge S1 sarà il Mi 5c, annunciato in Spagna: ha uno spessore di 7,09 millimetri, pesa 135 grammi ed è dotato di una fotocamera da 12 megapixel con tecnologia ultra light. Lo vedremo dal 3 marzo a poco più di 200 dollari ma solo in Cina, come al solito.