Palmer Luckey, passato a Facebook dopo l’acquisizione di Oculus VR, lascerà Menlo Park ma non sono ancora chiari i motivi di questa decisione
A partire da domani Palmer Luckey, co-fondatore di Oculus VR, non sarà più un dipendente di Facebook. Sarà un pesce d’aprile? Pare proprio di no. Non è chiaro se il numero uno dell’azienda produttrice del celebre visore Oculus Rift sia stato accompagnato alla porta o abbia deciso di lasciare il social network di sua iniziativa. Il colosso di Menlo Park non ha voluto rilasciare dichiarazioni per fugare ogni dubbio: “Non commentiamo su questioni personali interne”. L’azienda di Mark Zuckerberg ha comunque voluto ringraziare Luckey per “tutto ciò che ha fatto per Oculus e per la realtà virtuale” e afferma che “il suo spirito d’inventiva ha aiutato a dare il via alla moderna rivoluzione della realtà virtuale e ha aiutato a fondare questa industria”.
Ultimamente ci sono stati diversi indizi che Palmer Luckey avrebbe lasciato Facebook. Il manager non era salito sul palco dell’ultimo Oculus Connect e il suo posto era stato preso da Zuckerberg. A detta del social network questa decisione era stata presa per non distrarre l’attenzione dal visore per la realtà virtuale. Alcune settimana prima l’immagine pubblica di Luckey aveva subito un danno piuttosto importante a causa di un articolo del quotidiano Daily Beats, in cui lo si accusava di aver finanziato l’associazione Nimble America per realizzare meme contro Hillary Clinton durante il periodo delle elezioni. Lo stesso manager avrebbe deriso la candidata del Partito Democratico su Reddit con lo pseudonimo di “NimbleRichMan”.”Sono profondamente dispiaciuto che le mie azioni abbiano influenzato negativamente la percezione di Oculus e dei suoi partner. Le recenti notizie su di me non rappresentano accuratamente il mio punto di vista”, ha poi scritto Luckey su Facebook.
La sua reputazione è poi colata a picco a seguito della denuncia di Zenimax Media in merito al presunto furto di segreti industriali da parte di uno dei più importanti manager di Oculus VR. L’azienda è stata assolta dall’imputazione di sottrazione di informazioni riservate ma sarà costretta a pagare una multa da 500 milioni di dollari per la violazione di alcuni brevetti.