Microsoft: cos’è la Convenzione Digitale di Ginevra

Brad Smith, CLO del gruppo di Redmond, ha invitato tutti i big del settore a creare un ecosistema comune di cyberdifesa per contrastare gli hacker sponsorizzati dagli stati

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Nei giorni scorsi si è tenuta a San Francisco la RSA Conference 2017, dedicata come sempre ai trend più rilevanti e preoccupanti della sicurezza informatica. Durante l’evento, Brad Smith, presidente e Chief Legal Officer di Microsoft, ha parlato della necessità di avere una Convenzione Digitale di Ginevra, una sorta di documento volto a proteggere l’identità virtuale delle persone, allo stesso modo in cui i trattati originari fanno per varie tipologie di crisi umanitarie (pensiamo ai profughi, alle guerre, ecc.). L’idea, secondo Microsoft, è che i governi debbano impegnarsi per assicurare alle persone, in tempo di pace, la giusta protezione in rete, attraverso un’organizzazione neutrale internazionale che dovrebbe monitorare e contrastare gli attacchi telematici sponsorizzati da singoli stati.

Un’idea all’avanguardia

Non si può dire che l’idea di Smith non sia pertinente e quanto mai valida ai giorni nostri. Il mondo necessita di linee guida condivise su come intercettare le minacce online e depotenziarle prima che arrivino a destinazione, che si tratti di singoli cittadini o di imprese. Non a caso, negli ultimi anni i cyberattacchi sono diventati un problema condiviso, a più livelli. Da grattacapo per le compagnie, i tentativi (sempre più spesso riusciti) di intrusione riguardano piattaforme e servizi ibridi, sfruttati sia a livello consumer che professionale, non dotati di misure di sicurezza idonee a tenere il passo con gli avanzamenti degli strumenti criminali. Il riferimento non è solo ai lupi solitari hacker e cracker ma soprattutto ai team alimentati da fondi statali, sia del Medio Oriente/Oriente che dell’Occidente che, mirando al settore pubblico, finiscono con il danneggiare inevitabilmente anche quello privato, ponendo a serio rischio strutture di utilizzo globale, come le reti elettriche e i sistemi di mobilità urbana. La Convenzione Digitale di Ginevra non rappresenta un modello utopico irrealizzabile, anzi Smith ne ha già tracciato le linee guida, convinto che nel prossimo futuro possano essere discusse più nel dettaglio.

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