Google potrebbe appoggiarsi a una realtà locale per riportare Google Play in Cina
Molto tempo fa Google ha lasciato la Cina per sfuggire alla presenza ingombrante della censura governativa. L’azienda di Mountain View ha tentato a più riprese di tornare nel Paese ma da 7 anni a questa parte ha sempre fallito nel suo intento. Come ha dimostrato Apple, la Cina è un mercato troppo importante perché Google ne rimanga escluso. Android è il sistema operativo più utilizzato con un’utenza dell’80% ma per gli utenti cinesi è impossibile accedere alla versione globale di Google Play e si affidano quindi a store locali come quelli offerti da Baidu o Tencent.
Big G, che a breve potrebbe presentare la seconda generazione degli smartphone Pixel, potrebbe oggi aver trovato nella cinese NetEase il cavallo di Troia che le consentirà di tornare a Pechino. Secondo The Information, Google avrebbe intenzione di appoggiarsi al produttore di app e servizi su mobile per contrastare la frammentazione del mercato locale e in qualche modo ingraziarsi il governo. Big G dovrà comunque sottostare ai rigidi dettami del Partito che in questi mesi hanno portato alla cancellazione dell’app del New York Times da App Store di Apple e a nuove norme per “promuovere un salutare e ordinato sviluppo del mercato degli store di applicazioni”. Attualmente solo il 4% dell’utenza cinese accede a versioni straniere di Google Play e si tratta soprattutto di dissidenti che vogliono aggirare la cosiddetta “Grande muraglia di fuoco”. Per poter ottenere il controllo del settore, Big G deve riuscire a preinstallare le sue app sugli smartphone cinesi, il cui numero è cresciuto su base annua dell’8,7%.