Perché l’Unione Europea ce l’ha con Facebook

WhatsApp limiterà gli account per chi non accetta i nuovi termini entro il 15 maggio

La commissione ha avanzato alcuno dubbi sulla correttezza delle risposte fornite da Zuckerberg in merito all’acquisizione di WhatsApp

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il nome che echeggia negli uffici di Facebook è quello di Margrethe Vestager, attuale responsabile dell’Antitrust Europea. La parlamentare danese sta infatti portando avanti una battaglia (non personale, ci mancherebbe) per vederci chiaro sull’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook. Stando a quanto affermato dalla Commissione UE, il gigante statunitense potrebbe non aver fornito risposte veritiere quando i tecnici continentali hanno indagato la possibilità di connessione tra gli account del social network e quelli del servizio di messaggistica più usato al mondo, una volta messi sotto lo stesso cappello. L’Unione pensa che Mark Zuckerberg possa aver sorvolato sulla fattibilità di connettere i clienti delle due piattaforme, in maniera automatica, tramite software.

Cosa succede

Prima dell’acquisizione di WhatsApp, la Commissione aveva chiesto al team di Facebook se fosse plausibile effettuare precise connessioni tra i loro utenti e quelli della chat. La risposta non tardò ad arrivare e fu negativa: non si potevano stabilire collegamenti tra i due universi, non in maniera affidabile. Eppure quest’anno un aggiornamento dei termini di servizio di WhatsApp ha reso noto lo scambio di informazioni di coloro che hanno un account su entrambe le app, sollevando qualche dubbio sull’eventualità che un’azione del genere fosse possibile giù nel 2014. L’autorità ha precisato che l’indagine non mette in pericolo l’acquisizione di due anni fa, al massimo si rischia una multa che, secondo il Regolamento comunitario sulle concentrazioni, può ammontare anche all’1% del fatturato del soggetto interessato. Nella giornata di ieri. Facebook ha emesso un comunicato in cui afferma di aver sempre agito correttamente nei confronti delle richieste dell’organo Antitrust, collaborando ogniqualvolta è stato chiamato in causa.

Leggi anche:  Tinder attiva la verifica con documento in Regno Unito, Usa e una manciata di altri Paesi