L’AI di Google si dedica alla sicurezza informatica

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Il progetto Google Brain è riuscito a creare una rete neurale che cripta le comunicazioni senza che l’uomo glielo abbia appositamente insegnato

Google continua la sua ricerca sull’intelligenza artificiale tramite il suo progetto Google Brain. I ricercatori di Mountain View stanno lavorando per creare una macchina in grado di ragionare come l’uomo e per farlo sfruttano le cosiddette reti neurali, ovvero computer connessi tra loro che comunicano ed interagiscono tra loro in modo simile ai neuroni del cervello. Attualmente l’AI di Google conosciuta come Magenta è riuscita a produrre un brano musicale in totale autonomia e a riprodurre i quadri dei grandi pittori. Ora la tecnologia di Big G si è cimentata nella trasmissione sicura dei dati. In sostanza, l’intelligenza artificiale ha imparato a criptare le sue comunicazioni senza l’intervento dell’uomo e senza che questo gli abbia insegnato a farlo.

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I ricercatori hanno sfruttato tre diverse reti neurali chiamate Alice, Bob ed Eve. La prima aveva il compito di inviare un messaggio criptato alla seconda ma senza poter accedere ad un algoritmo specifico dedicato a questa funzione. Bob avrebbe quindi dovuto decriptarlo mentre Eve aveva invece il compito di intercettarlo. Alice ha impiegato un po’ di tempo a criptare in modo efficace i suoi messaggi ma dopo circa 15mila tentativi Bob è alla fine riuscito a convertire il testo cifrato in quello originale. Eve è riuscita a visualizzare solo 8 dei 16 bit di cui era composto.

Sebbene il risultato raggiunto dall’intelligenza artificiale di Google sia straordinario, i ricercatori sottolineano che il suo sistema di criptaggio è ancora troppo grezzo e semplice se paragonato agli algoritmi sviluppati dall’uomo. Ciò non toglie che in futuro la sicurezza delle comunicazioni online o l’autenticazione potrebbero essere gestiti direttamente dalle macchine, sperando che ciò non ci si ritorca contro come prevedono coloro che temono l’avvento delle AI.

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