Facebook avrebbe realizzato un sistema di censura per sottostare alle regole imposte dal governo cinese
Alla fine anche Facebook si è arreso alla Cina. L’idea di accedere a un bacino potenziale di oltre 1 miliardo di nuovi utenti è troppo allettante per non sottostare alle regole imposte dal governo locale. Pechino mantiene un rigido controllo sulle attività online dei suoi cittadini e tramite sistemi di sicurezza molto avanzati effettua una censura ad ampio spettro. Sul web cinese è infatti impossibile trovare riferimenti ad eventi come piazza Tienanmen o la situazione del Nepal. Facebook molto spesso si è esposto come paladino della libertà di espressione ma pare proprio che il CEO Mark Zuckerberg, che non a caso ha imparato a parlare il mandarino, abbia alla fine accettato l’idea di limitare l’accesso ad alcuni contenuti pur di aprire la sua piattaforma alla Cina. Al momento il suo utilizzo è infatti limitato a Shanghai e pochi altri luoghi nel Paese.
Stando alle voci riportate, il social network di Menlo Park avrebbe già pronto un tool allineato alle richieste dei censori governativi. Gli articoli e i contenuti diffusi sul social network dagli utenti cinesi saranno quindi sottoposti a un rigido controllo per limitare la possibilità di espressione del dissenso nei confronti del Partito. La diffusione di queste indiscrezioni ha ovviamente scatenato l’ironia delle associazioni in difesa della libertà sul web ma bisogna ricordare che Facebook non è la prima grande azienda a chinare la testa di fronte alle richieste di Pechino. Apple in questi ultimi tempi sta cercando di stringere rapporti più solidi con le autorità locali mentre Microsoft, Google e anche LinkedIn hanno in molti casi scelto di sottostare ai rigidi dettami dei censori.