Tesla: c’è un secondo incidente causato dall’autopilota

La compagnia sta indagando su un altro caso che sarebbe avvenuto il giorno dopo aver svelato la morte di Joshua Brown del 7 maggio

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Non è un periodo felice per Tesla. A fine giugno l’azienda aveva comunicato l’apertura di un’indagine, da parte della NHTSA americana, per la morte di Joshua Brown, guidatore di una Model S che sarebbe morto a seguito di uno schianto con un camion. A quanto pare, in quell’occasione l’uomo aveva attivato la modalità di guida semi-automatica, che permette al mezzo di attivare alcune precauzioni nel caso si accorga che un altro veicolo è vicino, o sta tagliando la strada al conducente. Restano da chiarire le dinamiche dell’incidente e il motivo dello scontro, anche se di mezzo sembra esservi la visione di un DVD inserito nel lettore del mezzo, che avrebbe distratto dalla guida Brown.

Un altro caso

Ma le brutte notizie non sono finite. Il 1 luglio, quindi un giorno dopo l’avviso dell’azione della National Highway Traffic Safety USA, un’altra automobile Tesla sarebbe incorsa in un incidente, questa volta sulla Pennsylvania Turnpike. Nessuna vittima, almeno questa volta, ma stando a quanto detto dai passeggeri della Model X, il tutto sarebbe accaduto con la guida semi-automatica inserita. C’è da dire che Tesla ci tiene ad avvertire sempre i piloti di mantenere la stessa lucidità e attenzione durante il cammino anche con la modalità assistita inserita. A differenza della Google Car, questa non permette alla macchina di guidare in autonomia e senza l’ausilio di una persona in carne e ossa. Non sarebbe dunque così strano che i due incidenti siano stati causati solo in parte da difetti del veicolo e dipendenti, in larga misura, da un eccessivo affidamento sul sistema di bordo.

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