Il CEO di Google è caduto vittima di OurMine, gli hacker dello scherzetto social a Mark Zuckerberg
Come diventare gli hacker più famosi al mondo? Violando le reti digitali maggiormente protette? Causando il black-out di una metropoli o spostando migliaia di dollari dai fondi dei più ricchi a quelli del popolo meno abbiente? Si, sicuramente, ma c’è anche una via più semplice, quella intrapresa dal team OurMine. I ragazzacci in questione hanno deciso di porre il loro nome all’attenzione dei media internazionali grazie all’hacking degli account web dei guru della rete. Il primo a cadere sotto i loro colpi è stato Mark Zuckerberg, a causa di un hack di cui era caduto vittima LinkedIn nel 2012, i cui dati sono apparsi solo negli ultimi mesi in vendita sul dark web.
Tocca a Google
Dopo il magnate di Facebook è toccato a Google, il cui CEO Sundar Pichai ha cominciato la settimana non nel migliore dei modi, dopo la scoperta della violazione del suo account Quora, la piattaforma che fornisce risposte ai più vari argomenti, inserite dagli stessi iscritti, una sorta di Yahoo Answers del nuovo millennio. Il problema non è Quora in sé, ma il fatto che il profilo di Pichai è connesso a Twitter, dunque ogni messaggio lanciato sul sito diviene un tweet visibile sulle bacheche di oltre 500.000 followers. Secondo le prime analisi, pare che gli hacker non abbiano sfruttato particolari falle sulla rete di Quora, ma abbiano usato diversi exploit per scovare la password del ragazzo. Ma perché il team si spinge ad azioni del genere? Il motivo potrebbe essere una precisa campagna di marketing. OurMine, dopo le due intrusioni, si è offerta come supporto per le vittime per evitare che simili incidenti capitano ancora, a una più vasta fetta di pubblico. Riposizionarsi come agenzia di sicurezza potrebbe essere lo scopo finale del gruppo che starebbe lavorando per attirare l’attenzione dei primi clienti.