IoT, machine learning e open data. Customer experience di nuova generazione e lancio dell’architettura Viya. Un viaggio a 360 gradi nell’universo dei dati e nelle strategie per decidere
L’undicesima edizione del SAS Forum ha riunito a Milano la business community sui temi più caldi dell’intelligence, degli analytics e della ricerca scientifica applicata alla conoscenza declinati in un programma ricco di ispirazioni e sessioni parallele molto tecno-pratiche. A introdurre la giornata, dedicata al tema “Analytics Everywhere”, è stato Marco Icardi, AD di SAS Italy e VP Central East Europe Region, che ha sottolineato le linee guida della strategia del colosso del software. «Gli Analytics sono ovunque, guidano l’innovazione e supportano le organizzazioni nei loro processi di business transformation». Implicazioni naturali sono l’Internet of Things e la smart city, che rappresentano grandi opportunità di crescita.
E proprio mentre quest’anno SAS festeggia il suo 40esimo “compleanno”, mantiene lo sguardo rivolto alle sfide del futuro. «SAS è sinonimo di analisi avanzata dei dati e di analisi in tempo reale dei flussi di transazioni». Il numero uno di SAS ha poi parlato di SAS Viya, la nuova architettura, con dentro potenza di calcolo real-time e apertura al machine learning, che rappresenta il futuro dell’azienda e sulla quale verrà migrato anche il legacy. «Si tratta di una piattaforma aperta, pensata per il cloud e l’open source, per gli analytics di nuova generazione e per Hadoop, in sostanza per ciò che SAS intende come Digital Transformation».
I dati raccontano la realtà
In un mondo che nel 2020 conterà 50 miliardi di device connessi, come si ridefinisce il concetto stesso d’intelligenza? Come funziona la mente umana e quali sono i percorsi cognitivi che sono alla base delle decisioni e delle scelte? Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze (Linv – www.linv.org), ha offerto spunti interessanti su come le piante possono interagire con il mondo senza un centro di comando. Siamo abituati a pensare di essere veloci come un ghepardo, agili come una gazzella e forti come un leone. Ma non abbiamo mai pensato di essere intelligenti come un fagiolo. Eppure, «sono gli organismi viventi che hanno avuto più successo. Creano network per elaborare cibo e informazioni provenienti dal mondo esterno. Un modello vincente di sharing knowledge della società umana e anche del business dovrebbe ispirarsi al mondo vegetale».
Barbara Cominelli, direttore commercial operations & digital di Vodafone Italia, ha invece portato il punto di vista di una grande azienda sul tema della fusione tra mondo fisico e digitale per creare nuove esperienze a valore per i clienti. «Per costruire una customer experience di valore bisogna partire dalla promessa del brand. Phygital è il paradigma che si sta affermando con l’unione di fisico e digitale. Il futuro di Vodafone Italia è all’insegna della iper-personalizzazione di messaggi e offerte in base al tipo di cliente e ai momenti della giornata in cui si connette, e alla onnipresenza del dialogo con il cliente stesso. Gli analytics sono essenziali per elaborare e affinare le strategie di comunicazione». Accanto ai vantaggi vanno però valutati anche i pericoli della iper-connessione. Dalla privacy e la sicurezza a risvolti sociali e politici, ognuno deve chiedersi «quale sia il proprio ruolo per cavalcare le potenzialità dell’era digitale senza esserne travolto», come ha messo in guardia Tamara Dull, director of emerging technologies for SAS Best Practices, mentre Paolo Bruttini, socioanalista e consulente di sviluppo organizzativo, presidente di Forma del Tempo ha sottolineato che «per liberare il proprio potenziale creativo, le aziende non devono organizzarsi troppo rigidamente ma al contrario devono lasciare spazio a un margine di caos. Vision e obiettivi chiari sono motivanti, e vanno integrati con l’iniziativa individuale anche un po’ fuori dagli schemi. I bridge sono i vettori dell’innovazione all’interno del sistema. Tappi e muri non fanno bene alle aziende e neppure alla storia».
Marco Icardi, l’innovazione e il cambiamento
Siamo certi che le nostre decisioni siano sempre razionali? Le decisioni sono un impasto di mente, anima e corpo. E l’errore fa parte delle strategie cognitive, come ha messo in evidenza Mauro Maldonato, docente di Psicopatologia all’Università della Basilicata, intervistato da Emanuela Sferco, regional marketing director Central East Europe di SAS. E ragionando sui meccanismi alla base delle decisioni umane, Andrea Nelson Mauro e Alessio Cimarelli, fondatori di DataNinja, hanno parlato di giornalismo e delle storie che nascono quando i dati incontrano lo storytelling.
Difficile e inutile dare una definizione di innovazione. Forse, è un momento di grazia in equilibrio precario e in costante movimento come ha dimostrato la performance della coreografa e ballerina zen, Miyoko Shida Rigolo, che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera platea, regalando un momento di grande spettacolo ma anche di intensa emozione. Ma qual è secondo SAS il “segreto” per essere leader in un mondo sempre più smart? «La nostra ricetta per creare valore nelle aziende si basa sull’innovazione» – spiega Icardi. «Solo tramite l’innovazione è possibile realizzare nuovi prodotti, servizi e modalità di engagement dei clienti, i quali a loro volta si aspettano servizi e prodotti sempre più personalizzati. L’innovazione si alimenta con la conoscenza dei clienti e dei processi interni dell’azienda stessa, resa possibile dagli strumenti di analisi. La capacità di un’azienda di porsi come leader è determinata in buona parte da questi fattori differenzianti. Stiamo vivendo l’era della Digital Transformation, dell’Internet of Things e della Industry 4.0. Noi come SAS offriamo strumenti per la gestione dei dati in real-time e lo streaming analytics, che riteniamo saranno fondamentali anche in ottica di una customer experience superiore, per far sentire ogni cliente unico e più vicino al brand».