Snowden interviene nella diatriba Apple-FBI

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L’informatore esiliato in Russia dice la sua sulla vicenda che coinvolge l’FBI e che ancora tiene banco

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Il problema principale è che solo Apple può sbloccare i suoi iPhone? Falso, è un dettaglio tecnico che non rappresenta il focus della questione. Ad affermarlo è Edward Snowden durante un’intervista rilasciata durante la conferenza Blueprint for a Great Democracy, durante la sessione Common Cause, pubblicata anche sul canale YouTube. “Dobbiamo utilizzare la community tecnica per rinforzare i nostri diritti”  – ha detto durante l’intervento, riferendosi particolarmente alla questione dello sblocco dell’iPhone del terrorista di San Bernardino, in cui le forze dell’ordine sembrano non aver minimamente preso in considerazione il parere dell’opinione pubblica.

Cosa succede

Il fatto è questo: nella vicenda che riguarda Apple ed FBI è davvero logico far ruotare tutto intorno allo sblocco del terminale? Per Snowden no, visto che, a differenza di altri casi, qui c’è ben poco da analizzare per capire chi è il colpevole della strage. Parere condivisibile ma non fino in fondo. All’interno di quello smartphone potrebbero esserci indizi su ulteriori attentati, legami con cellule internazionali e magari su prossimi obiettivi. “La verità è che la dialettica terroristica spesso si basa su frasi sulle quali ci si è accordati prima – spiega Snowden – quindi la crittografia c’entra ma solo in parte. Una volta violato l’iPhone, i terroristi sceglieranno altri codici per trasmettere i loro messaggi. Cosa bisogna sapere di più quando si hanno già i metadati degli aggressori? Non serve fisicamente un telefono per accedere ad informazioni del genere”. Il dibattito è, ora più che mai, del tutto aperto.

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