Grazie alle Google Cloud Speech API, tutti possono integrare la tecnologia di Big G nei loro progetti mobili
Google ha tenuto a San Francisco il suo evento GCP Next 2016, basato sulle nuove interazioni permesse dalle piattaforme cloud. Tra gli annunci di maggior rilievo vi è sicuramente quello che riguarda il rilascio delle Cloud Speech API, ovvero la possibilità per gli sviluppatori di sfruttare il riconoscimento vocale di Google all’interno delle loro app. Disponibile in modalità batch per più di 80 lingue, le API possono dar vita a metodi nuovi nell’utilizzo delle app, dalla trascrizione del parlato in testo, all’abilitazione di comandi vocali e tanti altri strumenti che pescano a piene mani dalla Google Cloud Platform.
Innovazione alla portata di tutti
Le Cloud Speech API sono il risultato dello sforzo che la compagnia di Alphabet sta portando avanti nell’implementare soluzioni di machine learning nella realtà di tutti i giorni. Di certo Google non è la sola a sfruttare e sponsorizzare progetti innovativi del genere. Lo scopo della multinazionale di Mountain View è proprio quello di battere la concorrenza cercando di agganciare quanti più sviluppatori possibile, con la promessa di mettere nelle loro mani uno strumento di produzione all’avanguardia. Solo in questo modo è possibile fronteggiare temibili rivali, come Amazon Web Services e Microsoft Azure, che dalla loro hanno estimatori di tutto rispetto quando si tratta di sviluppo di applicazioni e software, soprattutto professionali. Tuttavia non è troppo tardi per cercare di rosicchiare un’importante fetta di pubblico, almeno dal lato della creazione, e Cloud Speech API punta proprio a questo.