L’Fbi annuncia di aver trovato un metodo per sbloccare l’iPhone dell’attentatore di San Bernardino senza l’aiuto di Apple
A poche ore dalla conclusione dell’evento dedicato ad iPhone SE e iPad Pro da 9.7″, l’Fbi ha praticamente chiuso la questione dello sblocco dello smartphone dell’attentatore di San Bernardino. Il bureau ha annunciato in una nota di aver trovato un sistema per violare il dispositivo senza la tanto criticata apposita versione di iOS, che Apple avrebbe dovuto creare su richiesta del tribunale.
La Mela insieme ad altre aziende nel settore tecnologico come Google, Microsoft, Facebook e persino l’Onu si sono opposti a questa operazione che metterebbe a rischio la privacy dei cittadini ma pare che ora l’Fbi non abbia più bisogno del suo aiuto. Questa sera presso il tribunale di Riverside sarebbe dovuta tenersi l’udienza in cui Apple avrebbe presentato le sue ragioni per ritenere illecito lo sblocco forzato del suo dispositivo ma vista la situazione il bureau ne ha ottenuto l’annullamento. Nel documento presentato alla corte dal Dipartimento di Giustizia si afferma che un soggetto anonimo avrebbe fornito un metodo per superare la crittografia di Apple senza il supporto dell’azienda di Cupertino.
Ancora non è chiaro se il procedimento sia sicuro al 100% ma vista la sicurezza del bureau parrebbe proprio sia così. D’altronde anche la talpa del Datagate, Edward Snowden, aveva sottolineato che l’Fbi possiede tutte le risorse per accedere ai dati dello smartphone di San Bernardino e alcuni esperti di sicurezza hanno dimostrato che i sistemi della Mela non sono poi così impenetrabili. Recentemente il magnate della sicurezza, John McAfee, aveva dichiarato di poter sbloccare un iPhone in meno di una settimana e nulla vieta che sia proprio lui il soggetto anonimo citato nel documento.