Gli esperti riuniti all’Adal World Economic Forum ritengono che entro i prossimi 5 anni si perderanno 5 milioni di posti di lavoro a causa delle nuove tecnologie come i robot
Nel prossimo futuro le nuove tecnologie avranno un impatto epocale sul mondo del lavoro, tanto che già si parla di “quarta rivoluzione industriale”. Stando al report “The Future of Jobs” presentato all’Adal World Economic Forum in corso a Davos (Svizzera), entro 5 anni campi come robotica, Big Data, Internet of Things, informatica e l’intelligenza artificiale sottrarranno posti di lavoro alla manodopera umana. Gli esperti prevedono che nel 2020 circa 7,1 milioni di persone saranno sostituite dai robot e i settori più colpiti saranno quelli d’amministrazione, ufficio e manifatturiero. Si arriverà quindi a un nuovo luddismo? I ricercatori riuniti in Svizzera ritengono che i tagli dei posti di lavoro causati dall’avvento dei robot saranno controbilanciati da circa 2 milioni di nuove opportunità in campo commerciale e finanziario ma l’aspetto più importante saranno le competenze possedute dai lavoratori.
Già oggi moltissime persone non possiedono le conoscenze richieste dalle aziende in ambito informatico e dovranno essere proprio quest’ultime a spingere sull’istruzione per far fronte alle nuove esigenze del mercato globale. “Nonostante alcuni posti di lavoro saranno minacciati da provvedimenti di espulsione e altri cresceranno rapidamente, tutti i posti di lavoro esistenti attraverseranno una seria modifica nella lista di competenze necessarie. – si legge nel rapporto – E’ fondamentale che le imprese assumano un ruolo attivo nel sostenere la forza lavoro attuale attraverso la riformazione, con gli individui che devono adottare un approccio proattivo per la loro formazione permanente”.